La maxi operazione delle scorse ore contro la ‘Ndrangheta, “la più grande dopo il maxiprocesso di Palermo”, come l’ha definita il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, poggia ovviamente anche su intercettazioni catturate dai carabinieri.
Intercettazioni che, secondo l’ordinanza di custodia, hanno registrato anche le parole tra l’ex comandante provinciale dei carabinieri di Teramo, Giorgio Naselli, ed uno dei principali indagati, l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli. Naselli è stato arrestato nella sua abitazione di Teramo, dove continuava a vivere con la sua famiglia nonostante il nuovo incarico al Gruppo Sportivo di Roma. Il militare, difeso dall’avvocato Gennaro Lettieri, è stato poi condotto nel carcere di Santa Maria Capua a Vetere.
Le indagini si sono concentrate anche sulla figura di Rocco Delfino, affiliato alle cosche Piromalli e Mole di Gioia Tauro, storiche alleate della famiglia Mancuso. Imprenditore nel settore dei rifiuti, Delfino è per la procura socio occulto della M.C. Metalli Srl, società sulla quale la Prefettura di Teramo sta effettuando accertamenti.
L’azienda è per l’accusa intestata ad un amministratore fittizio e nella compagine sociale figura la fidanzata del figlio di Delfino. “Quindi la continuità nella gestione è palese…”, avverte Naselli. E Pittelli vuole sapere come sta procedendo l’iter e il 21 settembre 2018 lo chiama al telefono: “Senti, con un po’ di pazienza secondo te è raddrizzabile?”, domanda l’ex forzista. “Non lo so, dobbiamo vederla insieme…”, risponde il carabiniere. “La cosa importante è che non la decidano immediatamente”, riprende Pittelli. “Vediamo che cosa possiamo fare“, replica Naselli, “io poi ci vado a parlare là vediamo come è l’aria, fammi andare a vedere”.
Così facendo, scrivono i magistrati, il carabiniere “procura un indebito profitto patrimoniale derivante dalla possibilità di sottrarsi a nuove misure di prevenzione” e oggi deve rispondere dell’ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio e associazione di stampo mafioso.
Pittelli, secondo i magistrati, è “determinatore e istigatore della condotta” dell’ex comandante. Naselli gli avrebbe fornito informazioni riservate in altre due occasioni: una in merito alle indagini condotte dai carabinieri di Pioltello su un giro di assegni a vuoto, tra cui quello di 400mila finito tra le mani di un cliente di Pittelli. L’altra, il 3 agosto scorso, nel suo studio legale di Catanzaro, quando il tenente colonnello consiglia a Pittelli di evitare un tale non meglio identificato nell’ordinanza di custodia cautelare: “Attenzione a Roberto! Ha la finanza addosso!“, ripete tre volte. “Evita di andare… te le volevo dire questa cosa qua”, chiude con un consiglio Naselli.