Ciascuna Riserva Naturale Regionale deve dotarsi, infatti, di un proprio PAN (L.R. n.38/1996): un documento, frutto dell’analisi e dello studio di un’equipe multidisciplinare, atto a pianificare le attività che si possono e che non si possono svolgere al suo interno. La Riserva atriana è giunta all’approvazione del suo secondo documento; l’ultimo risaliva al 1999.
Questo strumento è utile a definire in modo strategico le azioni della Riserva nel contesto territoriale più ampio. Rappresenta un riferimento imprescindibile per gli altri strumenti di pianificazione urbanistica. Le previsioni e le prescrizioni del documento e le conseguenti norme applicative costituiscono, infatti, vincolo per la pianificazione urbanistica a livello comunale e sovracomunale. Rappresenta, dunque, un mezzo per portare avanti in modo ragionato e calibrato l’azione di tutela di un’area dall’altro valore paesaggistico e naturalistico. Nello specifico, il PAN della Riserva dei Calanchi di Atri è chiamato a stabilire quali siano i divieti e gli usi consentiti delle risorse compatibili con le finalità della Riserva. Il Piano disciplina pertanto le attività a uso agricolo, forestale, pascolivo, turistico, tecnologico e urbanistico, anche attraverso indicazioni di carattere strutturale, norme dedicate e specifici regolamenti di gestione.
L’Oasi WWF rappresenta una delle poche aree protette con peculiari valori di naturalità lungo la costa teramana. Ne consegue il suo ruolo strategico lungo l’asse preferenziale di potenziale riconnessione ambientale tra la costa altamente antropizzata, tra Giulianova e Montesilvano – Pescara, e l’Appennino dei grandi parchi nazionali e regionali (Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Parco Nazionale della Maiella). Per la redazione del nuovo PAN è stato istituito un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da esperti e funzionari del Comune di Atri – IV Settore Urbanistica e Ambiente; da ricercatori e operatori del WWF IAAP Abruzzo, e da ricercatori ed esperti dell’Università di Camerino (MC) e dell’Università degli Studi G. D’Annunzio (PE) – Facoltà di Architettura – DART.
“Il lavoro è stato presentato presso gli uffici preposti delle Regione Abruzzo otto anni fa – spiega il Direttore della Riserva Naturale Regionale Calanchi di Atri Oasi WWF, Adriano De Ascentiis – grazie al rinnovato ufficio Servizio Foreste e Parchi della Regione Abruzzo, nelle persone del responsabile Sabatino Belmaggio e della funzionaria Serena Ciabò, il 2023 inizia per la Riserva dei Calanchi con una nuova e concreta prospettiva: un documento che ribadisce la visione e la missione della nostra area protetta. L’Oasi tutela un paesaggio unico, costituito dal geosito nazionale dei calanchi, localizzato a poca distanza dalla cittadina di Atri, uno dei più importanti centri storici medievali della regione; è inoltre una Zona Speciale di Conservazione (ZSC) nell’ambito del network NATURA2000 dell’Unione Europea. È molto importante per l’intero territorio avere uno strumento di azione così cogente e concreto”.
“Nel 2015, da assessore all’Urbanistica e alla Riserva Naturale, lavorai con un comitato scientifico alla redazione del PAN della Riserva Naturale Regionale Calanchi di Atri assieme ai piani regolatori della città di Atri – dichiara l’assessore del Comune di Atri con delega alla Riserva Naturale, Domenico Felicione – si tratta uno strumento importante che costituisce un modello di amministrazione del territorio di matrice europea. Con il PAN e con la Multilevel Governance (MLG), cui corrisponde un articolato programma di progetti strategici (progetti di opere, gestione, formazione), indirizzato alle nuove occasioni finanziarie offerte dalla rinnovata Politica Agraria Comunitaria e al PSR, sarà possibile coniugare il sostegno alle attività agricole e il potenziamento degli assetti ecologici”.