Ancarano, vertenza Gama: rinviato il tavolo istituzionale in Regione

Ancarano. Il rinvio del tavolo istituzionale in Regione (previsto per il 3 febbraio) fa salire il malessere tra i lavoratori della Gama di Ancarano. Azienda che opera nel settore dell’automotive e che è alle prese con una difficile vertenza.

 

Il momento complesso, che pone dubbi sul futuro del sito produttivo della Val Vibrata, è stato oggetto di un’assemblea dei lavoratori con i sindacati.

“La richiesta di convocazione del tavolo di crisi si fonda sulla necessità di procede ad un esame della reale portata della ristrutturazione annunciata dalla proprietà (Gruppo LPR di Piacenza)”, si legge in una nota della segreteria della Filctem Cgil, ” in termini di prospettiva e di ruolo strategico del sito di Ancarano.

L’applicabilità della CIGS è un elemento importante ma non esaustivo sulla gestione complessiva della vertenza.

A nostro avviso vanno verificate in prima battuta, in sede istituzionale, le tendenze in atto sull’indotto del settore auto, il piano industriale del gruppo LPR ed il ruolo della Gama all’interno del gruppo.

Resto inteso che la Filctem Cgil è impegnata a ricercare tutte le possibili soluzioni alternative ai licenziamenti, ma è altrettanto doveroso ricordare che a soli quattro anni dall’acquisizione del pacchetto societario di Gama ci troviamo ad affrontare uno scenario di ristrutturazione aziendale che può compromettere la prospettiva produttiva ed occupazionale, in uno scenario di vuoto di relazionali sindacali tra le parti che è stato oggetto di numerose iniziative sindacali.

Riteniamo infine che, in ambito più generale, quello che sta accadendo nel settore automotive nel nostro paese non possa essere in alcun modo sottaciuto.

Il disastro del settore auto è il frutto di una totale assenza di politica industriale e di cinica rincorsa del personale politico di turno all’omaggio servile verso i poteri forti che ha avuto conseguenze pesanti sui diritti dei lavoratori.

Nel nostro caso c’è da chiedersi se un apparato di sicurezza fondamentale come l’impianto frenante non possa prevedere innovazioni normative tali, in Italia ed in Europa, da garantire standard più severi sulle prestazioni della frenata, in grado di proteggere in parte le nostre produzioni dalla concorrenza asiatica”. In base agli sviluppi della vertenza, saranno poi eventualmente adottate ulteriori iniziative.

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