Alba Adriatica. Da subito vengono “liberati” oltre 700mila euro per l’anno in corso, mentre il risparmio annuo per il prossimo decennio si attesta attorno ai 400mila euro.
Due numeri che testimoniano l’incidenza, in termini finanziari, della rinegoziazione dei mutui del Comune di Alba Adriatica: operazione questa ratificata ieri sera, in consiglio comunale e che rappresenta, in piena fase emergenziale (anche in ordine alle sofferenze dei bilanci degli enti locali), una importante boccata d’ossigeno.
Nello specifico l’amministrazione comunale ha aderito alle opportunità fornite nel decreto Milleproroghe che consente di ristrutturare le forme di finanziamento in essere con Cassa Depositi e Prestiti. La ricognizione effettuata, sulla base degli elementi alla base dei criteri di rinegoziazione, ha consentito al Comune di Alba Adriatica di prevedere sostanziose forme di risparmio per quanto concerne le rate di ammortamento per 26 diversi mutui.
Dal pacchetto di ristrutturazione resta escluso il solo prestito contratto nel 2019 con il Credito Sportivo per la riqualificazione dell’area di risulta della vecchia scuola Fabio Filzi (in via Battisti) che presenta tassi di interessi più vantaggiosi rispetto alle condizioni ora poste da Cassa Depositi e Presiti.
I dati. Il tasso di interesse per 11 mutui passa dal 5,5% a poco più del 4%; altri cinque, invece scendono al 4,2% (sempre partendo dal 5,5%). Altri sette mutui passano da un tasso medio del 4,4% al tasso fisso del 3,3%, mentre altri due non subiranno variazioni significative, ma avranno un piano di ammortamento più lungo, rispettivamente di 4 e 5 anni. Il termine ultimo per la ristrutturazione dei mutui è fissaot al prossimo 3 giugno.
” La rinegoziazione di Cassa Depositi e Presiti”, sottolinea Simone Pulcini, assessore con delega al bilancio, “prevede un piano di ammortamento alla francese: con rata fissa e costante e scansione semestrale, stabilita in maniera inderogabile al 2043”.
Il debito residuo che sarà oggetto di ristrutturazione è quello vigente al 1 gennaio 2020, e dunque di 10,8milioni.
“L’aspetto importante da evidenziare”, prosegue Pulcini, ” ruota attorno al fatto che le economie generate, in termini di interessi, da corrispondere a Cassa Depositi e Presiti, possono essere destinate alla parte corrente del bilancio senza vincoli di destinazione”.