Alba Adriatica. Dalle difformità progettuali, evidenti, alla necessità di aprire un tavolo di lavoro (così come indicato dal sindaco Casciotti) ad un accesso agli atti, necessario per capire cosa sia realmente accaduto.
Non molla la presa il gruppo consiliare del Pd in Regione che non usa tanti giri di parole per bollare l’intervento sulla spiaggia di alimentazione come una sorta di buco nell’acqua: con interventi non rispondenti a quanto prospettato, a delle criticità evidenti. Dal gradone di oltre un metro che si è generato nella zona dell’intervento, ai pennelli che dovevano restare sommersi e che invece sono affiorati e dunque pericolosi. A tratti di spiaggia che non sono stati coperti dalla spiaggia di alimentazione. In una della zone che maggiormente hanno pagato dazio alle opere antierosione (la concessione Alba Beach, che ha meno metri rispetti al 2021), i consiglieri regionali Dino Pepe e Silvio Paolucci, il segretario cittadino dei Dem Paolo Tribuiani e il balneatore, ed ex sindaco Franchino Giovannelli, affondano il colpo. E lo fanno dopo aver atteso l’incedere degli eventi e anche la delusione di operatori e turisti che fanno i conti con un litorale diverso rispetto al passato, ma con un’opera che, allo stato attuale, è lontana anni luce da come era stata prospettata.
Valutazioni visive ma anche politiche. Basta farsi una passeggiata tra ombrelloni e turisti per rendersi conto che non tutto è andato per il verso giusto. Un tratto di litorale presenta un gradone decisamente pericoloso, per non parlare dei pennelli, sui quali in sede di osservazione tutti gli operatori turistici avevano manifestato delle perplessità. Quegli stessi elementi contenitivi che ora sono scoperti e rappresentano anche un pericolo. “Chi aveva promesso le scogliere le elezioni le ha vinte”, ha sottolineato Dino Pepe, ” e per tre anni non è stato fatto nulla. Nel 2022 è stata pianificata un’opera di ingenegneria marittima. Veicolata sulla stampa e sui social, con continue passerelle in spiaggia. Ora, però, tutto è sotto gli occhi di nulla. Altro che durata di 5 anni, quì l’opera ha deluso tutti. Un bravo amministratore non è solo quello che trova i soldi, ma quello che li spende nel modo giusto e fornisce la risposte adeguate. Due milioni di euro sono stati letteralmente buttai a mare. Ora, terminati i lavori, nessuno si è più visto e gli operatori sono stati lasciati solo. Per mesi abbiamo assistito ad uno scaricabarile sulla precedente giunta regionale. Guardarsi alle spalle, con un atteggiamento arrogante, è infantile, quando la giunta regionale è in carica da oltre 3 anni”.
Mano tesa. Non c’è solo un approccio, critico, sul piano politico, ma anche una disponibilità di fondo a collaborare e aprire un tavolo di lavoro aperto a tutti: dalla politica, ai tecnici e ai portatori di interesse. “Nel frattempo il gruppo consiliare ha deciso di fare accesso agli atti”, aggiunge Pepe, ” ma facciamo un appello all’unità e alla condivisione di un problema che mette a rischio la sopravvivenza del settore. Un confronto senza arroganza e superbia, mentre invito nuovamente la Regione a sbloccare il milione di euro necessario per ristorare gli operatori balneari colpiti dalle precedenti mareggiate”. E all’orizzonte appare sempre più necessario pianificare opere rigide, l’unica strada utile per evitare spese improduttive e per tutelare il litorale di costanti movimenti erosivi.
https://youtu.be/sHB6_GFpZtg