Alba Adriatica, danni e chalet inagibili dopo l’ultima mareggiata

Alba Adriatica. Strutture inagibili, spiaggia oramai inesistente e preoccupazioni, tante, anche per l’immediato visto che nel fine settimana è annunciata una nuova mareggiata, anche se da nord.

 

Il litorale nord di Alba Adriatica si lecca le ferite di un’altra giornata devastante per il futuro dell’arenile, sempre più ridotto. Ma gli interrogativi ruotano attorno anche al futuro dell’economia turistica della “spiaggia d’argento”, oramai messa in ginocchio, almeno in alcune zone. E la mareggiata da scirocco di martedì, meno intensa di altre occasioni, ma altrettanto deleteria, rappresenta una sorta di punto di non ritorno.

 

E la situazione che vivono i balneari e titolari di concessioni è drammatica. “Sono anni che segnaliamo questi problemi”, analizza Alessandra Ciabattoni dello chalet La Primula. “Le nostre voci perdono valore di fronte alla politica che dovrebbe risolvere i problemi: invece ora ci troviamo con strutture inagibili che non si sa nemmeno se si possono ripristinare”. La Primula, uno degli stabilimenti storici di Alba Adriatica, è a rischio crollo. La struttura è inagibile e le cabine sono state divelte dalla forza del mare.

 

L’inverno deve ancora cominciare e con lo le scadenze delle concessioni, anche il ripristino dello chalet è in dubbio. “L’erosione avanza sempre più”, aggiunge, “e anche la località sta perdendo il suo valore turistico. Io non credo che in altre località un problema del genere resti irrisolto come accade ad Alba Adriatica.

Non abbiamo più le condizioni per difenderci: autorizzano massi a protezione degli chalet, invece la protezione della spiaggia deve avvenire altrove. Mi sembra di tornare indietro di 100 anni quando poi nelle Marche è tutto un altro discorso”. Nel frattempo, si guarda con un certo timore alla nuova mareggiata che viene prevista per il fine settimana, con tutti i rischi del caso su una spiaggia già martoriata. Nel frattempo, la giunta comunale è intenzionata a chiedere alla Regione lo stato di emergenza. Mentre tra gli operatori, che chiedono opere rigide e tempi rapidi, si fa anche strada la volontà di chiedere la nomina di un commissario ad acta per la gestione di tutte le fasi legate all’emergenza erosiva.

 

 

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