E’ questo il senso di un recente pronunciamento del Consiglio di Stato che, dopo aver concesso la sospensiva, ha accolto il ricorso del Comune di Alba Adriatica relativamente ad una vicenda lunga negli anni (partita nel 2004), ricca di tecnicismi sul piano urbanistico e che, in sede di pronunciamento del Tar aveva disegnato scenari nuovi. Quelli legati al concetto della monetizzazione delle aree da cedere al Comune e la possibilità, per le stesse di tornare ad esprimere una capacità edificatoria.
Il tutto era nato dall’interpretazione delle Norme tecniche di attuazione del Prg e che nonostante un accordo tra il commissario prefettizio ei proprietari dell’area, la stessa poteva essere oggetto di interventi urbanistici. Da qui la richiesta di concessione edilizia per realizzare una struttura alberghiera; il diniego dell’ufficio urbanistica poi cassato dal pronunciamento del Tar.
Il Comune ha però impugnato la sentenza di primo grado e dinanzi al Consiglio di Stato è stato ribadito che il concetto di monetizzazione, intercorso tra il Comune e in precedenti proprietari, in alcuni modo avrebbe potuto prevedere forme di deroga successive e garantire una edificabilità alla stessa area.