Alba Adriatica. Dopo cinque anni dal rigetto della concessione edilizia, il Tar accoglie l’istanza dei ricorrenti e annulla il diniego avanzato dal dirigente comunale.
Nel suo piccolo, il recente pronunciamento della giustizia amministrativa potrebbe aprire scenari nuovi in materia urbanistica al Alba Adriatica e nel caso di specie nel concetto di monetizzazione. La vicenda, nel suo incedere è abbastanza complessa e ricca di tecnicismi e affonda le due radici nel corso degli anni, quando gli attuali ricorrenti acquistarono un immobile e il terreno oggetto poi della cessione in favore del Comune. Ebbene, durante gli ultimi anni, i proprietari dell’immobile hanno chiesto di sfruttare le capacità edificatorie, con la realizzazione di una struttura extra-alberghiera. Richiesta però rigettata dal Comune.
A quel punto, era il 2014, il provvedimento dirigenziale è stato impugnato dinanzi al Tar che nei giorni scorsi si è espresso in merito, accogliendo il ricorso. La sentenza focalizza le sue attenzioni sull’interpretazione del regolamento che disciplina i cosiddetti piani urbani complessi. “Il vincolo di inedificabilità”, si legge, che investe aree cedute o da cedere al Comune, quando quest’ultimo abbia rinunciato alla loro acquisizione pretendendo il versamento del corrispettivo, le facoltà edificatorie tornano ad espandersi”.
In poche parole la scrittura privata stipulata nel 2007, tra il commissario straordinario e i proprietari dell’area, si traduce nell’accoglimento della monetizzazione e nell’applicazione della disciplina dei programmi urbani complessi, restituisce piena edificabilità all’area. Da qui l’accoglimento del ricorso.