Teramo, disoccupati contro la Asl: “Intervenga il Prefetto”

Teramo. Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera a firma dei “Disoccupati Teramo”.
Decine di disoccupati che attendevano di essere assunti sono nella disperazione più totale. Tutti bocciati alla prova pratica per l’assunzione eccetto pochi fortunati. A dicembre 2013 la ASL di Teramo emanò un bando di concorso riservato ai disoccupati per un totale di 39 assunzioni secondo l’art 16 della L 56 che impone che le amministrazioni procedano a fare ricorso ai Centri per l’Impiego per le qualifiche fino al livello B.
Si tratta di una legge che da la priorità alle persone con reddito basso, figli a carico e anzianità di iscrizione e che impedisce le classiche raccomandazioni o spartizioni politiche che spesso si verificano nei posti pubblici. Legge che non è mai stata gradita a politici e sindacati in quanto non consente la spartizione “all’Italiana” dei posti a disposizione e che quindi spesso viene aggirata da norme e procedure che tendono a rendere inutilizzabili tali graduatorie.
Subito dopo l’uscita del bando alcuni politici e organizzazioni sindacali si scatenarono contro questo bando perché avrebbero voluto che queste mansioni fossero ricoperte da altre persone a loro vicine e assunte senza concorsi o graduatorie da ditte esterne. I centri per l’impiego, visionati i ricorsi pubblicarono le graduatorie tra febbraio e marzo 2014 e entro un mese si sarebbe dovuto procedere alle assunzioni dei disoccupati in graduatoria. Le operazioni andarono però inspiegabilmente a rilento e ai disoccupati che chiedevano informazioni gli veniva detto che vi erano problemi burocratici e che il concorso era fermo per questi motivi. In realtà sarebbe bastato fare una semplice ricerca su Google per comprendere i reali motivi del ritardo.
La Asl forse anche in virtù dell’accordo fatto alla presenza del prefetto (i cui dettagli sono stati maldestramente pubblicati sulla stampa con comunicati vari da chi ha voluto celebrarne il successo prima delle elezioni regionali) decise quindi di assumere, per il tramite di una agenzia interinale, persone che lavoravano con ditte esterne ma che non erano nella graduatoria dei Centri per l’Impiego. Dopo quasi un anno in cui i disoccupati reclamavo ancora il loro posto, ignari del fatto che era stato ricoperto da altri, si decise di far ripartire il bando.
Si giunge quindi a fine estate con la chiamata dei disoccupati per sostenere la prova pratica di idoneità che consiste, o meglio doveva consistere, in una semplice prova atta a verificare che le persone, comunque dotate di un titolo, potessero svolgere le loro mansioni. Dopo quattro mesi le prove sono ancora in corso, un record per assunzioni tramite art. 16 che non prevede il concorso proprio perché per qualifiche in cui non è richiesta una grande preparazione scolastica e che quindi possono essere introdotte subito nel mondo del lavoro. Tale prova o meglio il suo esito si è trasformato in una autentica tragedia che ha sconvolto decine di famiglie a basso reddito e che necessitavano di quel posto. La prova pratica di idoneità, tuttora in corso in un profilo, da mera e pura formalità che precede l’assunzione si è trasformata in una prova stile sette fatiche di Ercole in cui l’errore non è ammesso e anche se uno risponde bene vi sono anche domande le  cui risposte e relativo esito è demandato alla libera interpretazione della commissione.
Abbiamo quindi che a fronte dei 129 centralinisti che hanno fatto domanda e dei 64 che sono risultati in regola secondo la graduatoria dei CPI, solo 5 sono risultati idonei ed i restanti tutti non idonei. Per la qualifica di Magazziniere a fronte dei 130 che hanno fatto domanda e dei 36 che sono risultati in regola secondo la graduatoria dei CPI solo 5 sono risultati idonei su 14 posti che erano disponibili e quindi i 130 aspiranti non sono stati sufficienti a coprire i 14 posti a disposizione. In sostanza il 97% delle persone che hanno fatto domanda sono state ritenute inidonee a svolgere tali mansioni e se un piccola percentuale lo era per mancanza di titoli corrispondenti al bando buona parte lo è diventata in seguito alla prova di idoneità.
Per gli addetti all’inserimento dei dati, dove le domande sono state 331, si continua a bocciare e chiamare nuova gente e anche in questo caso è probabile che, visto l’andazzo, l’ultimo in graduatoria abbia successo nella selezione. In questa prova circa l’80% dei partecipanti (98% sul totale delle domande fatte al CPI) è stato bocciato e alcuni che hanno risposto bene a tutte le domande sono stati bocciati ugualmente in quanto è stata introdotta la dizione INC ovvero Risposta Incompleta. Domande peraltro non molto chiare visto che si chiedeva di descrivere delle operazioni senza indicare il programma, la versione del programma e il sistema operativo in uso. Operazioni che era impossibile elencare in pochi minuti e in poche righe visto che sono differenti a seconda del programma, della versione e del sistema operativo in uso.
Certo non sarebbe stato male se chi ha stilato le prove di Ercole che forse individueranno il nuovo Bill Gates, si fosse letto almeno la legge laddove dice che la prova di idoneità per l’art. 16 non è una prova concorsuale teorica ma altro non è che una prova pratica ovvero un mero e puro atto formale che serve solo a stabilire se la persona è idonea a svolgere il proprio lavoro e ne fissa pure le regole garantendo:
a) che le stesse siano pubbliche;
b) consistano in prove pratiche attitudinali, ovvero in sperimentazioni lavorative riferite alla
qualifica o profilo di assunzione;
c) siano tese ad accertare esclusivamente l’idoneità del candidato e non a stabilire graduatorie di
merito.
Come possa poi essere pubblica una prova pratica a porte chiuse rimane un mistero.
Eppure meno di qualche mese fa un caso simile  era accaduto alla ASL di Pescara ed i bocciati avevano ottenuto l’annullamento della prova dal TAR. In questo caso però l’annullamento della prova sarebbe come la manna dal cielo per quei politici e sindacalisti che dall’inizio hanno premuto per bloccare tali assunzioni visto che oramai il concorso rischia di scadere con buona pace per quelle persone che svolgono le stesse funzioni e che oltre a non aver alcuna graduatoria non hanno dovuto sostenere alcuna prova d’esame e ora possono continuare a godersi il regalo ricevuto prima delle elezioni. Rimane il dramma degli esclusi, tutti disoccupati con basso reddito e che attendevano quella che per loro era l’occasione della vita, occasione svanita per un sistema che non ha più rispetto di nulla.
Ci auguriamo che prima che la situazione diventi seria siano il governatore della regione o l’assessore alla sanità ad intervenire per restituire a quei disoccupati oltraggiati ed umiliati il loro diritto ad avere un lavoro ed un trattamento umano che tenga conto anche delle loro condizioni di indigenza. Non è ammissibile che in un periodo di così forte crisi siano le categorie più deboli a pagare colpe che non hanno per colpa di una classe politica che agisce come se ci trovassimo nella Sicilia degli anni ’70.
È vergognoso il silenzio delle organizzazioni sindacali e politiche di fronte a questo massacro degli innocenti ed è ancor più vergognoso sapere che si sono adoperati per annullare tali assunzioni visto che la legge impone il ricorso ai Centri per l’Impiego. Le categorie più disagiate, quali sono i disoccupati a basso reddito, dovrebbero poter trovare aiuto dalle istituzioni e non essere discriminate come è accaduto a Teramo.
Ma la domanda che tutti si fanno è: perché ai disoccupati è stata fatta una prova così selettiva mentre agli interinali è bastato fare una domanda alla società che li ha assunti per le stesse mansioni? Anche in questo caso si è bocciato il 98% delle persone che si sono rivolte alle società interinali? Oppure, some sembra, in questo caso sono stai ritenuti tutti abili e arruolati? Gli ex lavoratori delle cooperative hanno tutto il diritto di essere tutelati ma occorre farlo nel rispetto delle leggi senza creare una guerra tra poveri in cui vince chi è più forte e senza gettare nel dramma intere famiglie prive di alcun tipo di difesa e abbandonate a se stessa dalla società civile teramana che fino ad ora è rimasta inerme e silenziosa. Leggiamo poi dagli organi di stampa che in questa guerra di poveri la decisione di assumere interinali potrebbe essere stata presa dopo un incontro alla presenza del prefetto. Può un rappresentante dello stato promuovere azioni che si tramutano in atti lesivi di cittadini Italiani quali i disoccupati che per legge avevano diritto a quei posti? oppure, come ci auguriamo non si è reso conto delle ripercussioni di tale accordo? Ci auguriamo che il prefetto stesso intervenga a tutela di quei disoccupati ingiustamente ritenuti non idonei, la stragrande maggioranza, e promuova azioni in loro tutela.
Un semplice prova di idoneità non può trasformarsi in un esame di stato o in una ripetizione di un esame che queste persone hanno già sostenuto con successo. Queste persone hanno diritto ad essere assunte partendo dal primo in graduatoria e non dall’ultimo.
Non vorremmo, come spesso accade, che in quel 3% di superfortunati ci siano anche persone che ricoprono incarichi politici o legate a gruppi politici. Sarebbe davvero imbarazzante poi dove spiegare questo andamento particolare della fortuna…
Il bando poi prevedeva un semplice colloquio e non prove che mirano a sfoltire il numero dei candidati da assumere in modo da favorirne altri.
Se in una facoltà di medicina si usano tali test è perché i posti sono limitati e non tutti vi possono partecipare, in questo caso invece i posti erano si ben definiti ma vi era già una graduatoria che è stata completamente stravolta.
Ora i disoccupati potrebbero anche rivolgersi al TAR con la concreta possibilità che anche vincendo il ricorso non avrebbero più quel lavoro.
Leggendo infatti il verbale delle graduatorie degli idonei e delle relative assunzioni il tempo di assunzione è stato ridotto da 12 a sei mesi ma la ASL si è riservata la facoltà di licenziare gli assunti anche immediatamente e senza preavviso qualora vi fossero assunzioni a tempo indeterminato. Quindi, il costo di un ricorso sarebbe inferiore allo stipendio eventualmente percepito in caso di vittoria e una eventuale conferma sarebbe ovviamente impossibile.
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