L’amministrazione comunale, guidata dalla sindaca Romina Sulpizii, è andata avanti per la sua strada, lasciando l’amaro in bocca al promotore del comitato, l’architetto Paolo De Strasser, proprietario della tenuta vitivinicola che confina con l’abbazia che affonda le radici nell’anno mille, prima dell’arrivo dei monaci benedettini.
Sui resti umani la Soprintendenza dei Beni Archeologici ha eseguito dei rilievi. Sarebbero almeno 3 gli scavi da cui sono emersi resti. Sembra che non abbiano interesse storico-culturale. Apparterrebbero a contadini che un tempo vivevano e lavoravano in queste campagne, forse nel 1800. Ma non c’è mai stato un pronunciamento ufficiale.
Ma su questo aspetto la Soprintendenza non si è mai pronunciata. Secondo alcuni abitanti della zona non è escluso che possa trattarsi di resti appartenenti a monaci benedettini. Sta di fatto che i lavori sono andati avanti e le proposte dell’architetto De Strasser non sono state prese in considerazione.