Tortoreto. La vicenda di Roberta Fiano, la donna di Tortoreto che la scorsa estate ha dovuto lasciare la propria abitazione per via di uno sfratto (alle prese anche con un complicato stato di salute) torna di attualità.
La donna che grazie anche alla raccolta fondi, ha trovato un nuovo alloggio, in una lettera aperta racconta la sua vicenda e ringrazia coloro che si sono spesi per darle un sostegno e lancia al tempo stesso un messaggio.
La lettera
Si è parlato di strumentalizzazione di una situazione “poco felice” di una famiglia di Tortoreto per fini politici. Si è parlato, invano, di strumentalizzazione, si dovrebbe aggiungere. La realtà alla base di ciò che è stato fatto per me può essere descritta solo come sincera. Sincera perché spontanea, disinteressata e destinata alla realizzazione di una “comunità” sociale. Ho capito che non per tutti la vita è una lotta al chi ha di più: per alcuni, che si possono contare sulle punte delle dita, vivere è anche stare al servizio degli altri, quando questi sembrano aver perso la rotta verso la serenità. E nel mio caso ho incontrato delle persone fantastiche che mi hanno supportato non solo concretamente ma mi hanno anche sostenuto moralmente e sono state di estremo aiuto per reimparare a vivere, dal momento che nel caos mi ero dimenticata di come meglio farlo. Non avere una stabilità destabilizza anche la mente e, con essa, la quotidianità. Si tratta di persone che per me hanno speso tempo, hanno trascurato la loro, di quotidianità. Perché desideravano aiutarmi e l’hanno fatto come meglio potevano. Hanno infatti organizzato sit-in davanti a edifici in cui ci si occupa delle persone in difficoltà, hanno organizzato una raccolta fondi per coprire le spese dell’affitto per la durata di due mesi e mi hanno aiutato a trasferirmi. Mi hanno accudito, mi hanno rimproverato, spronato, ascoltato e aiutato a sistemarmi. Mi hanno seguito e si sono interessati della mia salute che ha alti e bassi. Mi riferisco in particolar modo a: Floriana Baccolini, la donna che ha capito cosa significa esistere e lo fa saggiamente, Elena Riccitelli, la maestra di vita e di professione, Luca Palanca, il giovane che a prescindere dal partito vorrebbe maggiore giustizia e Michele Narcisi, il giornalista che ascolta e non specula. Ringrazio il mio paese che, anche se decorato da voci, mi ha sostenuto e finisco col ringraziare le vuote orecchie delle amministrazioni. Mi hanno ascoltato, sì, ma non hanno saputo o voluto o potuto gestire la mia richiesta di aiuto. Spero che la mia situazione sia servita o servirà a qualcosa in futuro. Ora tocca a pensare al come gestire la vita con i pochi mezzi di cui dispongo.
Grazie a tutti.
Roberta Fiano.