Le pratiche “sospette” nelle procedure di riscossione e il licenziamento del dirigente “ribelle”

Giulianova. Sarebbe stato sottoposto ad una serie di vessazioni perchè, secondo quanto emerge nel ricorso, si sarebbe rifiutato di mettere in pratica, come dirigente della riscossione di una importante società del settore (che opera anche nel settore pubblico), iniziative ritenute irregolari. Vicenda che si è verificata in uno delle sedi abruzzesi della società di riscossione.

 

 

Poi è iniziato il calvario sul posto di lavoro (a dire il vero già dal 2012), con un licenziamento per aver superato i giorni di malattia.
Malessere che secondo il legale (Sigmar Frattarelli) sarebbe stato causato del trattamento subito dall’azienda.
Sulla vicenda pende un ricorso davanti al giudice del lavoro, con un contenzioso attraverso il quale il legale chiederà l’annullamento del licenziamento e la reintegra.
Ma la vicenda sembra assumere una valenza ancora più ampia.
Anche alla luce di due esposti presentati nelle procure di Teramo e Pescara, relative al fatto che le forme di ritorsione subite dal funzionario, licenziato in tronco nelle scorse settimane, sarebbero state originate dal rifiuto da parte dello stesso di perseguire pratiche illegittime nei confronti dei contribuenti.
La vicenda, ovviamente, da un punto di vista gius.lavoristico, si consumerà davanti al giudice del lavoro.
Sospetti restano sulle pratiche perseguite dalla società della riscossione, che ha in essere contratti con importanti enti pubblici della provincia di Teramo, ma non solo, qualora tutto l’impianto accusatorio, venisse confermato.

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