Non solo ad Alba Adriatica. Anche a Roseto e Cologna Spiaggia gli operatori balneari locali sono preoccupati per le condizioni in cui versano alcuni tratti di arenile e per le risposte che ancora non arrivano dalla Regione nella lotta all’erosione.
Anzi, una risposta ci sarebbe stata e non è affatto buona: i fondi destinati al potenziamento delle barriere frangiflutti esistenti e al ripascimento morbido sarebbero stati cancellati. Verranno utilizzati per far fronte a tutte quelle emergenze scatenate dalla pandemia. Lo stato di emergenza sanitaria ha senza alcun dubbio la priorità ma i titolari di stabilimenti balneari, che già in estate hanno dovuto fare i conti con una stagione monca, perché partita in ritardo sempre a causa del covid, temono che la questione erosione possa essere a questo punto messa da parte per chissà quanto tempo ancora, con decine e decine di strutture che non avranno più una concessione demaniale per la posa di sdraio ed ombrelloni.
Le indicazioni che arrivano dalla Regione non sono affatto rassicuranti. Anzi, senza aiuti consistenti da parte dell’Unione Europea allo stato attuale l’organo regionale non sarebbe in grado di pianificare un progetto ad ampio respiro contro il fenomeno erosivo. O meglio, il piano per la verità esiste già ma il problema è che mancano i fondi per poterlo attuare.
Nel tratto centrale di Cologna, nella zona sud di Roseto, ma anche a Villa Ardente di Pineto l’erosione ha cancellato da 15 a 25 metri di arenile fronte mare. Il ripascimento degli anni passati è stato puntualmente spazzato via dalle prime mareggiate. L’unica valida soluzione resta la realizzazione di una serie di barriere al largo. Ma senza i fondi necessari la costa teramana continuerà a perdere interi tratti di arenile.