E anche se ci sono le stanze d’albergo ad accoglierli, in tanti si sono trattenuti martedì fino a tarda notte al di fuori della palazzina per controllare se effettivamente ci fossero i presidi di polizia e carabinieri, decisi dopo il vertice in Prefettura. In realtà, Ater e forze dell’ordine, dopo aver messo dei lucchetti ai portoni d’ingresso, si sono accordati per effettuare un controllo ogni ora.
IL VIAGGIO ALL’INTERNO
Gli effetti di fumo e fiamme sono più visibili nella prima unità della palazzina, quella che si trova in corrispondenza dello scooter incendiato. I vetri del portone di ingresso sono praticamente tutti a terra. La fuliggine è dappertutto, sulle scale, sui muri, anche all’interno delle abitazioni. Si è posata sui mobili e sui letti, donando un aspetto tetro anche all’interno degli appartamenti. Si sale fino al terzo piano e capisci che il fumo è salito fin qui alzando gli occhi al soffitto e vedendo ragnatele di color nero. L’odore di fuliggine entra forte nelle narici, mentre quello di bruciato ti accompagna all’uscita quando ti trovi in prossimità del solaio in polistirolo, di cui ormai è rimasto poco o nulla.
La palazzina è stata dissequestrata perché non ci sono problemi strutturali, ma solo igienico-sanitari dovuti all’abbondante presenza di fuliggine. Da questa mattina si lavorerà al primo piano con prove di carico per testare la resistenza del solaio in polistirolo. Da domani, invece, la ditta di Carlo Cerini sarà al lavoro per rimuovere la fuliggine esterna, mentre l’Ater ha avviato i contatti con una ditta specializzata nel rimuovere i rifiuti speciali. «Per ripulire l’esterno ci vorranno un paio di giorni, se è il caso lavoreranno anche sabato e domenica – spiega il presidente dell’Ater Marco Pierangeli – Lunedì invece arriveranno le ditte per pulire gli interni degli appartamenti. Entro quindici giorni gli inquilini del terzo piano potranno tornare a casa». Gli ultimi a rientrare saranno i condomini del primo piano, secondo le previsioni dell’Ater, entro 50 giorni.