Ci sono tante donne lavoratrici che non si arrendono, pronte a ribellarsi ad ogni forma di violenza e discriminazione subite. Proprio con l’intento di portare alla luce e all’attenzione il ripugnante fenomeno ma anche con il fine di esortare e convincere le donne a denunciare i casi di violenza, atteso che spesso preferiscono tenersi tutto dentro e tacere per timore di perdere il posto di lavoro, è stato ideato e pubblicato il libro dal titolo “Le lavoratrici ribelli – storie di discriminazione e resilienza”. Si tratta di una pubblicazione ideata dal già Consigliere di Parità della Provincia Autonoma di Trento Emanuele Corn, che raccoglie una serie di racconti delle Consigliere di Parità dislocate sul territorio nazionale, le quali hanno tratto ispirazione da casi concretamente presi in carico dal loro ufficio, quindi da fatti realmente accaduti.
Nel volume è stato pubblicato anche un racconto della Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri, che ha aderito al progetto editoriale con grande entusiasmo.
“Ho accolto con grande interesse – afferma la Consigliera di Parità Brandiferri – la proposta del già Consigliere di Parità della Provincia di Trento e con il mio racconto “Consigliera di Parità a lavoro” ho parlato di un caso di una donna che lotta con tenacia per vedere trionfare i suoi diritti e per far sì che altre donne non si trovino a subire le stesse discriminazioni nei luoghi di lavoro. Il racconto rappresenta anche l’occasione per far conoscere esistenza e funzioni delle Consigliere di Parità, istituite da ormai trent’anni, che operano con passione e con esigue ricorse come pubblici ufficiali con lo scopo di prevenire, reprimere, contrastare e denunciare ogni forma di violenza e di discriminazione nei luoghi di lavoro. Registro un continuo aumento di uomini e donne che si rivolgono al mio ufficio per un sostegno o anche solo per un consiglio: a volte una parola può aiutare più di tanti avvocati. L’ascolto è il punto di forza di quella che definisco una missione da portare avanti sempre con il sorriso sulle labbra e con tanta buona volontà, facendo capire a chi si rivolge al mio ufficio che non verrà lasciato solo”.