Si è costituito formalmente il coordinamento NIDIL Cgil di Teramo. Una nuova struttura con la quale la CGIL di Teramo si propone di consolidare e rafforzare la lotta al lavoro precario con un organismo in grado di rispondere ai bisogni dei lavoratori e dei disoccupati in modo più efficace e puntuale.
Il NIDIL (Nuove Identità di Lavoro)è la categoria firmataria del CCNL dei lavoratori in somministrazione, contratto che dà diritti e tutele ai lavoratori dipendenti delle agenzie per il lavoro e che prestano la loro attività presso aziende utilizzatrici.
NIDIL tutela e rappresenta i lavoratori somministrati e gli atipici, contrasta l’utilizzo improprio delle partite iva e dei contratti di lavoro parasubordinato (co.co.pro., collaborazioni occasionali, mini co.co.co., partite iva individuali, associazioni in partecipazione, cessione di diritti d’autore, ecc.) e contratta diritti e tutele adeguate quando i contratti rispondono invece a chiare scelte del lavoratore.
La formalizzazione della nascita del NIDIL Teramo è avvenuta presso la Camera del Lavoro cittadina alla presenza di Andrea Borghese, Segretario generale del Nidil Cgil, della segretaria nazionale Silvia Simoncini e del Segretario generale della Cgil di Teramo, Giovanni Timoteo.
E’ stata nominata come coordinatrice della categoria Natascia Innamorati, già impegnata nella costruzione di un percorso rivolto all’ascolto e all’inclusione dei lavoratori precari e non strutturati. “Il nostro impegno è quello di tutelare e rappresentare i lavoratori atipici, somministrati, collaboratori, lavoratori autonomi, che da oggi formalmente possono organizzarsi e intraprendere un percorso condiviso e di confronto, per la pari dignità del lavoro e per mettere in rete donne e uomini che non si sentono rappresentati ma che necessitano di fare sistema. Lavoreremo per far sì che il nostro lavoro ed i nostri obiettivi possano raggiungere quante più persone possibili – commenta Natascia Innamorati – con campagne di comunicazione mirate a coinvolgere tutte quelle persone, davvero moltissime, che vivono una condizione di lavoro spesso intermittente, frammentata, al di fuori dei tradizionali percorsi contrattualizzati, ai quali vogliamo rivolgerci per costruire un percorso comune di tutela dei diritti”.