E’ questo il pensiero dei sindacati, soluzione che, secondo loro, “metterebbe la parola fine alla serie di problematiche avute, come noto per lungo periodo, con il socio privato e che, a nostro parere, restano puntualmente irrisolte. Costruire una società in house significherebbe aprire la Te.Am. anche ad altri Comuni che potrebbero entrare attraverso l’acquisizione di quote societarie a allo stesso tempo poter gestire i servizi senza passare per la procedura del bando di gara; una pratica già percorsa in altre realtà, basti pensare ai Comuni nella Provincia di L’Aquila nella Valle Peligna. Un’operazione di questo tipo porterebbe giovamenti in termini di risparmi economici e miglioramento sostanziale dei servizi, azzerando ogni pur plausibile interesse economico di un socio privato”.