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Imbarcazioni da pesca (turbosoffianti) nell’Area Marina Protetta del Cerrano: la protesta degli ambientalisti

Pineto. “Per l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano il 2014 si è aperto con una Delibera della Giunta Regionale d’Abruzzo che, dopo ben 8 anni, si è rimangiata il suo precedente parere favorevole sul Regolamento della zona protetta”.

Lo hanno scritte in una nota congiunta le associazioni ambientaliste (WWF Abruzzo, Legambiente Abruzzo, LIPU Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Touring Club Abruzzo, Alternativa Abruzzo, Altura Abruzzo, Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni, CONALPA, Marelibero, Marevivo, Lega Navale Italiana Pineto, Acqua e Beni Comuni Chieti, Arci Provinciale di Chieti), defindendola “una scelta inspiegabile ed illogica che sembra avere l’unico obiettivo di racimolare qualche voto alle prossime elezioni regionali, promettendo di far entrare all’interno dell’Area Protetta le imbarcazioni da pesca dotate di draga idraulica, le cosiddette turbosoffianti. In pratica si vorrebbe consentire quanto è vietato in tutte le altre aree marine protette d’Italia. Una scelta profondamente sbagliata, sia dal punto di vista ambientale perché le turbosoffianti distruggono completamente i fondali marini, sia dal punto di vista economico perché le aree marine protette costituiscono serbatoi e nursery di preziose risorse ittiche che poi si diffondono anche al di fuori delle aree protette”.

Gli ambientalisti puntano il dito contro il Co.Ge.Vo. (Consorzio di Gestione della Vongola) di Giulianova, perché le lore prestese testimonierebbero “lo stato di prostrazione delle risorse ittiche nostrane, dato che gli stessi vongolari dichiarano di non trovare più vongole se non all’interno del perimetro dell’Area Marina Protetta del Cerrano. E di chi sarebbe la responsabilità? Non sarà anche di chi ha distrutto i fondali ricorrendo a mezzi di pesca assolutamente incompatibili con i tempi naturali del mare? Evidentemente la gestione della risorsa naturale affidata ai vongolari tramite licenze dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali si è rivelata fallimentare, al punto che in più circostanze il prelievo illegale delle vongole con turbosoffianti all’interno dell’AMP Torre del Cerrano è stato giustificato dal Co.Ge.Vo. come una scelta vitale in quanto non si trovano più molluschi nel compartimento di pesca a loro affidato. Queste violazioni del regolamento nazionale di istituzione dell’Area Marina Protetta Torre di Cerrano si sono ripetute più volte a partire dal Natale 2012 in poi, con un’intensificazione sotto le feste di Natale 2013. Tuttavia, la posizione ambigua di alcuni politici locali ha sempre creato un colpevole clima di tolleranza verso tali evidenti violazioni. Politici locali che invece ignorano le richieste di quelle categorie economiche che hanno legato le loro strategie di marketing turistico e commerciale proprio alla promozione di un’area marina protetta nel loro territorio e che in passato si sono espresse a favore della tutela del mare. Le attività di albergatori, balneatori, commercianti e artigiani di Silvi e Pineto subiscono gravi danni economici e d’immagine da queste violazioni del regolamento del parco, eppure sono inspiegabilmente ignorate dalla politica locale.

Seccondo le associazioni ambientaliste “l’eccessivo prelievo ed inquinamento stanno distruggendo un patrimonio naturale che, se ben amministrato, può essere, come in passato, una fonte di reddito per tanti settori. Pur non disponendo di dati attendibili, il Co.Ge.Vo. afferma continuamente di aver subito danni dall’istituzione dell’Area Marina Protetta. Eppure i dati ufficiali pubblicati dall’IREPA – Istituto di Ricerche Economiche per la Pesca e l’Acquacoltura testimoniano come che l’andamento delle catture e la produzione lorda vendibile per il sistema di pesca con Draga Idraulica in Abruzzo dal 2004 al 2012 è aumentata ed ha raggiunto i suoi valori massimi proprio negli ultimi anni. Purtroppo oggi del mare di una volta è rimasto ben poco per colpa dell’ingordigia di qualcuno e dell’indifferenza di molti. Nell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano si ricomparsi delfini, stelle e cavallucci marini, ma qualcuno ritiene che nemmeno 7 km di costa possono restare immuni dalla distruzione generale. Se effettivamente c’è stato un mancato guadagno legato al divieto di utilizzo delle turbosoffianti, è giusto che lo Stato o la Regione Abruzzo indennizzino, a seguito di comprovati raffronti economici con gli anni passati, i vongolari, ma questo potrà avvenire solo a condizione che ogni azione dei vongolari in spregio della legge istitutiva dell’Area Protetta e della volontà popolare che l’ha istituita nel territorio di Pineto e Silvi cessino per sempre”.

Le associazioni hanno quatto precise richieste
1) La difesa dell’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano da parte del Presidente della stessa e degli esponenti politici locali;
2) L’assoluto rispetto del divieto di pesca con le turbosoffianti nell’Area Marina Protette e l’introduzione del divieto di transito delle stesse all’interno della zona di protezione C;
3) Che l’Area Marina Protetta si doti di comitati tecnico-scientifici che si pronuncino su questioni inerenti alla conservazione della natura;
4) La difesa dell’attuale perimetro dell’Area Marina Protetta e, nel caso, il suo allargamento fino alla foce del Vomano per conservare ulteriormente le risorse marine ormai al collasso e favorire la vocazione turistica del territorio del Cerrano.