L’indagine della Procura di Roma è ancora in corso, ma lui non si sottrae alle telecamere di “Presa Diretta”, trasmissione in onda sulle reti Rai, che ieri sera si è occupata, con un’importante inchiesta, del mondo delle banche e della finanza internazionale, a cinque anni dal crack finanziario che ha trascinato il mondo nell’oblio della crisi.
Raffaele Di Mario parla. L’immobiliarista a cui l’istituto Tercas ha prestato, secondo le indagini senza garanzie, 25 milioni di euro, prestito che sarebbe alla base della successiva sofferenza della cassa di risparmio, incontra le telecamere di Raitre in un albergo di Pomezia e si lascia andare. «Perché sono fallito? Per colpa della stupidità dei professionisti che le banche hanno messo al loro interno – spiega – Gli istituti di credito sono in realtà dei dittatori. Si dice che io abbia sempre avuto accesso al credito facile. Non è vero. Quando ho chiesto soldi, costava 100? Il 40% li riportavo io veri, il resto indicavo chi li avrebbe comprati». E sulla Tercas e la successiva inchiesta che ha portato anche agli arresti l’ex direttore generale Antonio Di Matteo: «E’ vero, mi hanno prestato 25 milioni di euro – afferma – Ma non è vero che non c’erano garanzie come dicono i giornali. Per i primi venti milioni, c’erano la Bnl, la Tercas, il Banco di Sardegna e Popolare del Lazio. Se qualcuno ha sbagliato, allora non è solo la Tercas. Il problema nasce quando il Di Mario cresce. Per me tutte le banche devono essere commissariate. O tutte, o nessuna. Il metodo era italiano».
Il caso Tercas. Nell’inchiesta “Bancarotta”, le telecamere di Raitre sono arrivate anche a Teramo per provare a chiarire il commissariamento dell’istituto di credito abruzzese. Riccardo Iacona è riuscito ad avvicinare, mentre camminava lungo le vie della città, anche l’ex presidente Lino Nisii, che però si è trincerato dietro il silenzio: «Non mi faccia domande alle quali non posso rispondere», la risposta dell’avvocato teramano. Il giornalista ha anche ascoltato un piccolo risparmiatore, “tradito” dall’istituto di credito.
Otto licenziamenti. Intanto otto dipendenti Tercas si sono visti recapitare ieri una lettera di licenziamento da parte del commissario straordinario Riccardo Sora per le intercettazioni. Secondo le indagini, gli otto dipendenti, finiti nelle intercettazioni telefoniche della Procura di Roma, avrebbero aiutato l’ex dg Di Matteo ad avere ancora informazioni utili sulla banca, anche dopo la sua uscita dalla stessa.