Teramo. Una sentenza per certi versi storica. Giudica così il Partito dei Comunisti Italiani la recente sentenza del Giudice del Lavoro di Teramo, che ha reintegrato una lavoratrice licenziata perché incinta.
«La lavoratrice, alle dipendenze di una società licenziataria di una nota multinazionale americana della ristorazione – afferma il Pdci – era stata licenziata senza tante storie quando fu scoperta la sua gravidanza. L’evidente abuso aziendale, è stato però respinto, in quanto un licenziamento sarebbe potuto essere eventualmente giustificato solo nel momento in cui fosse cessata tutta l’attività produttiva e non un ramo d’attività. L’azienda quindi ha il dovere di ricollocare al suo interno il personale, nello specifico la lavoratrice, all’interno del suo organico. Sulla base di questi elementi oggettivi il Giudice ha stabilito l’abuso aziendale ed ha reso nullo il licenziamento dell’operaia in gravidanza in quanto vietato dalla legge. Siamo lieti che con la decisione del Giudice le saranno versati cinque anni di stipendi arretrati e sarà reinserita sul posto di lavoro».