Alba Adriatica, discarica interrata, arrivano primi divieti: in passato area scelta per inceneritore

rifiuti_sotterratiAlba Adriatica. Divieto di commercializzare gli ortaggi coltivati nell’area della discarica interrata, al confine tra Alba Adriatica e Corropoli e di riflesso l’impossibilità per il proprietario dell’area (e dell’affittuario) di coltivare il terreno e di irrigarlo.

E’ questo il primo provvedimento adottato dal sindaco di Alba Adriatica, Tonia Piccioni, dopo lo “scoppio” della bomba ecologica a ridosso del torrente Vibrata, dove la piena di inizio dicembre, ha fatto affiorare una discarica sotto un metro di terra, interrata da anni.Il primo passaggio compiuto dall’ente, dopo le verifiche e i sopralluoghi compiuti da carabinieri, Asl e Arta, è stato quello di emettere un’ordinanza per vietare il consumo e la coltivazione degli ortaggi che insistono sul terreno che “copre la discarica. Il tutto in attesa, ovviamente, di prevedere anche la bonifica completa del sito contaminato, che in linea teorica spetterebbe al proprietario e al locatario dello stesso fondo agricolo (sono di Corropoli). Nel frattempo, l’Arta avvierà dei sondaggi nell’area contaminata, per effettuare tutte le verifiche ambientali, così come è previsto l’inserimento dello stesso sito nell’anagrafe regionale di quelli potenzialmente contaminati. A margine di questa vicenda, poi devo essere chiariti alcuni aspetti (lo farà l’indagine aperta dopo i sopralluoghi di metà dicembre). A partire da chi ha smaltito i rifiuti in quella zona e li ha interrati. Qualcuno racconta che negli anni ’80, nei momenti dell’emergenza rifiuti, l’immondizia fu smaltita in aree periferiche e una di quelle potrebbe essere stata propria quella a ridosso del torrente Vibrata. Di sicuro, qualche anno dopo, era decollato anche un progetto per localizzare, proprio al confine con il Comune di Corropoli, di un inceneritore. La cosa non si concretizzò, anche l’ipotesi produsse la caduta della giunta guidata dal sindaco Antonio Giacomozzi.

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