Sant’Egidio. Ha iniziato proprio il giorno di Natale lo sciopero della fame Settimio Ferranti, a causa di un concentratore di ossigeno elettrico da 500 ml a 3 a 5 lt/min. (Inogen One G3) portatile che, l’Azienda Sanitaria di Teramo, avrebbe promesso ai primi di dicembre e mai consegnato.
In attesa di trapianto di entrambi i polmoni Ferranti inoltra di nuovo un accorato appello al Governatore della regione Abruzzo, Gianni Chiodi, anche Commissario alla sanità affinché sblocchi immediatamente questa assurda vicenda che mette a rischio la degenza casalinga di Settimio. A quanto pare non sono state sufficienti né le richieste inviate dal reparto di Pneumologia dell’ospedale di Padova, dove Ferranti si è recato giorni fa senza garanzia di scorte sufficienti per l’ossigeno né dagli Ospedali Riuniti di Ancona, all’indirizzo dei solerti funzionari della Asl di Teramo che temporeggiano sulla consegna dell’apparecchio, secondo lo stesso Ferranti, indispensabile a garantire giusti ed opportuni dosaggi delle scorte di ossigeno, al fine di poter effettuare “spostamenti”, cure, fisiochinesiterapie e quant’altro. Secondo lo stesso Ferranti , che, della bizzarra vicenda e della decisione di iniziare lo sciopero della fame ha già informato la Questura, la Prefettura di Teramo, nonché i restanti livelli Istituzionali, gli unici macchinari forniti sono del tipo casalingo e non permettono dovuti “spostamenti”, oltre che ostacolare le attività terapeutiche e “motorie”, anche perché a volte vengono recapitati degli strollers avariati. Con lo sciopero della fame è alto il rischio di contrarre infezioni, virus e subire shock dannosi ma Settimio Ferranti è deciso ad andare fino in fondo su di una questione che sembra assurda ma che sta accadendo realmente.