Teramo. Al grido di “Invertiamo la rotta: ora e subito”, l’Unione degli Universitari di Teramo ha dato vita, questa mattina, ad un flash mob davanti la sede dell’Adsu.
Un’iniziativa di respiro nazionale, dal titolo “Change the way”, lanciata da UdU e Rete degli Studenti Medi, che oggi si mobiliteranno in tutta Italia sui temi del diritto allo studio, dell’istruzione e della condizione studentesca, contro le politiche di austerity e verso la giornata internazionale per il diritto allo studio del 15 novembre.
“Da anni l’UdU Teramo si batte per la realizzazione del progetto Teramo Città Universitaria” si legge in una nota “di cui la questione trasporti ne costituisce un presupposto imprescindibile. A tal riguardo siamo riusciti nel tempo a portare a casa importanti battaglie, come ad esempio la questione del free riding. Ma la situazione rimane problematica e c’è ancora tanto da fare: siamo tuttora alle prese con dei trasporti inadeguati, con un’unica linea dedicata all’università, vittima prediletta della riduzione del chilometraggio (imposta da una legge regionale), che ancora oggi non circola dalle 15 alle 17. Ciò comporta una riduzione delle corse in determinate fasce orarie, sfasamento delle coincidenze con i treni, e conseguente disagio per gli studenti. A tal riguardo abbiamo instaurato una conferenza dei servizi con il Comune di Teramo e con la Baltour S.r.l., ma non ci sono ancora state date risposte concrete, denotando una scarsa volontà delle istituzioni di risolvere un problema cruciale per gli studenti universitari”.
E poi c’è la questione prettamente legata al diritto allo studio. “A partire dal 2014, le tasse pagate dagli studenti andranno a coprire addirittura il 53per cento del finanziamento per il diritto allo studio: ciò sta a significare che lo Stato, oltre ad essere indifferente a tutelare quello che dovrebbe essere un diritto inalienabile, non ha nessuna intenzione di investire oltre la crisi. Inoltre, per quest’anno vi sarà una diminuzione del 20 per cento dei finanziamenti per il DSU, il che comporterà 25.000 studenti idonei non beneficiari in più rispetto alla cifra dell’anno scorso. Gli effetti diventano ancora più gravi quando le politiche dei tagli a livello nazionale vengono integrate da politiche scellerate realizzate dalle università stesse: nell’ateneo teramano, ad esempio, da quest’anno la tassazione degli studenti non avverrà più per fasce di reddito; tutti contribuiranno alla stessa maniera, in barba alla diversa situazione economica di ogni studente e contro il principio costituzionale della progressività dell’imposizione”.
E il famoso Patto dello Studente? “Vi è una forte discriminazione” lamenta l’Udu “tra studenti che aderiscono o non aderiscono allo stesso: questi ultimi, pur pagando le stesse tasse, si vedono ridurre visibilmente i servizi erogati dall’università”.
Da qui, la mobilitazione di questa mattina che, dopo il sit in davanti la sede dell’Adsu, si sposterà, alle 12.30 davanti la Facoltà di Giurisprudenza, nel Campus di Colleparco.
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