Teramo. Dall’ergastolo ad una condanna a trent’anni. Il processo-bis a Romano Bisceglia offre un piccolo colpo di scena. La sentenza della giuria popolare, presieduta dal giudice togato Giovanni Spinosa arrivata in tarda serata dopo una camera di consiglio durata circa cinque ore, fa cadere alcune delle aggravanti che avevano portato all’ergastolo Bisceglia, accusato di omicidio volontario e vilipendio di cadavere dell’ex convivente Adele Mazza.
L’uomo è stato anche condannato al risarcimento delle parti civili e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre al pagamento di 4mila euro di multa e delle spese processuali. “Non cambia assolutamente nulla – è il primo commento a caldo del legale di Bisceglia Barbara Castiglione, che in mattina, con un’arringa difensiva di sei ore, aveva provato a convincere la giuria popolare dell’innocenza del suo assistito – Non sono soddisfatta e farò ricorso in Appello. Sicuramente è caduta qualche aggravante, tra cui la premeditazione, ma sono curiosa di vedere a che ora sarà collocato l’omicidio. Attendiamo le motivazioni”. Motivazioni che dovranno essere depositate entro 90 giorni. Il pm Stefano Giovagnoni, titolare dell’inchiesta a carico di Bisceglia, aveva chiesto lunedì scorso il carcere a vita con isolamento diurno per l’uomo, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Adele Mazza fu fatta a pezzi a Pasquetta di tre anni fa a Teramo. I resti furono trovati per caso da un cane in via Franchi. Nel luglio scorso la Corte d’Appello dell’Aquila ha dichiarato nulla la sentenza di primo grado a carico di Bisceglia per un vizio di forma nella composizione della Corte d’Assise.