Campli. Allontanato da casa per le frequenti angherie nei confronti del genitori. Era diventata una vita d’inferno, tra soprusi, minacce, estorsioni continue di denaro e un clima di terrore all’interno delle quattro mura domestiche. Una situazione difficile, che ogni giorno che passava assumeva sempre più contorni preoccupanti.
Per questo motivo due genitori ultrasettantenni si sono armati di coraggio, hanno varcato la soglia della caserma dei carabinieri di Campli e hanno denunciato il figlio, tossicodipendente, A.C. di 43 anni. Le verifiche effettuate, di concerto con l’autorità giudiziaria, hanno consentito di applicare (ed è il primo caso nel territorio di competenza) la nuova disposizione di legge che punisce con effetto immediato le cosiddette violenze in famiglia, di ogni genere: da quelle fisiche a quelle solo verbali e psicologiche (collegata al cosiddetto femminicidio). Per questa ragione l’uomo, in virtù di un decreto emesso dal sostituto procuratore Irene Scordamaglia è stato gravato da un provvedimento cautelare che ha previsto l’allontamento da casa. Nel caso di specie, si tratta del primo provvedimento che viene applicato nel territorio di competenza della compagnia dei carabinieri di Alba Adriatica, diretti dal capitano Raffaele Iacuzio. La vicenda, che con il passare dei mesi si è ingrossata sempre più, si è consumata a Campli, all’interno delle quattro mura domestiche. Da almeno sei mesi a questa parte, così come hanno raccontato la coppia di genitori al maresciallo Mimmo Sammarco, il clima nella loro abitazione era diventato insostenibile. Il figlio, con problemi di droga, era spesso a volentieri irascibile e pressava, molto volte in maniera aggressiva, i genitori con continue richieste di denaro. Nel periodo in questione, i genitori gli avrebbero consegnato almeno 5mila euro. Nelle volte nelle quali i genitori non volevano sottostare alla richiesta del 43enne, che con ogni probabilità usava il denaro per procurarsi la droga, lo stesso non esitava nello sfogare la propria rabbia contro mobili, arredi e suppellettili dell’abitazione di famiglia. Stanchi di subire le vessazioni, i genutori hanno vinto le ritrosie del caso ed hanno vuotato il sacco, raccontando il tutto ai carabinieri. Da lì è scattata la segnalazione al magistrato, che ha poi applicato il provvedimento cautelare previsto delle nuove norme in materia.