È il commento della Fondazione Piccola Opera Charitas di Giulianova, precisando come “all’articolo 14 della proposta contrattuale è scritto espressamente che ‘per le prestazioni per le quali le UVM prevedono un setting assistenziale diverso (ad es. RSA e RA), nelle more del trasferimento del paziente presso la struttura pertinente, le prestazioni erogate saranno remunerate secondo le tariffe vigenti per tale diversa tipologia assistenziale e laddove sia prevista una quota di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico degli assistiti ciò comporterà che gli importi derivanti dalle spese stesse saranno portati in decremento rispetto al tetto di spesa annuale assegnato’. Al successivo comma 3 del predetto articolo si afferma inoltre che ‘le parti stabiliscono che l’eventuale introduzione e/o aumento di quote di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico degli assistiti, comporterà che gli importi derivanti dalle spese stesse saranno portati in decremento rispetto al budget di spesa annuale assegnato’.
A conferma di quanto precisato la Fondazione ricorda le dichiarazioni, in data 18 settembre, della consigliera, Nicoletta Verì, (Presidente della Quinta Commissione Affari Sociali, tutela della salute), la quale riferisce: “con il subcommissario è stato affrontato pure il nodo della compartecipazione alle spese sanitarie, che diventerà progressiva in base al reddito”.
Di conseguenza secondo la struttura giuliese “il timore espresso dai familiari dei pazienti in carico alla Piccola Opera trae il proprio fondamento dai provvedimenti ufficiali provenienti dalla Regione Abruzzo. Non è mai stata smentita anzi è stata ulteriormente ribadita la necessità e/o possibilità che la Regione applichi una quota di compartecipazione a carico degli assistiti nel caso in cui i pazienti trattati nel centro di riabilitazione vengano poi rivalutati in RA o RSA. L’unica dichiarazione proveniente in senso opposto è quella del dottor Profeta, il quale richiama una deliberazione di Giunta Regionale, la n. 662 del 1.8.2002, in base alla quale ‘le rette per i pazienti affetti da disabilità psichica, sensoriale o anormalità psichica sono a carico del S.S.N. nella misura del 100%’. Inoltre la stessa delibera n. 662/2002 è riferita esclusivamente alle tariffe da remunerare in regime di RA e comunque impone la compartecipazione di tutti ‘gli inabili non curabili a domicilio’ e ‘gli anziani non autosufficienti’ nella misura di € 27,00 -32,00 euro al giorno. Per quanto riguarda le prestazioni rese in RSA, la deliberazione della Giunta Regionale n. 661/2002 ha approvato le tariffe da corrispondere per soggiorni in RSA e ha espressamente previsto la compartecipazione degli utenti per le spese alberghiere, anche per i disabili. La situazione si aggrava ulteriormente considerando che la Regione, in sede di determinazione delle nuove tariffe sulla riabilitazione, potrà prevedere – conclude la Fondazione – quote di compartecipazione a carico dei pazienti anche maggiori rispetto a quelle fissate nel lontano 2002, così come prospettato nello stesso comma 3 dell’art. 14 del contratto proposto”.