Teramo. Rispondendo all’appello del Santo Padre della scorsa domenica, anche la Diocesi di Teramo-Atri parteciperà sabato prossimo alla Giornata di Digiuno e Preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero, indetta da Papa Francesco per domani.
“Invito tutti ad accogliere l’invito del Papa” ha scritto in una nota ai sacerdoti il vescovo di Teramo-Atri Mons. Michele Seccia, “per invocare da Dio questo grande dono per l’amata nazione siriana e per tutte le situazioni di conflitto e di violenza nel mondo, promuovendo in ogni comunità momenti di preghiera e/o di adorazione eucaristica, secondo la possibilità, per questa intenzione”.
Dal vescovo, inoltre, arriva anche l’invito a prevedere nelle celebrazioni eucaristiche in programma domenica 8 settembre – giorno in cui ricorre l’anniversario della sua ordinazione episcopale e del suo ingresso nella diocesi teramana avvenuta nel 2006 – una particolare intenzione di preghiera con questa finalità indicata dal Papa.
E ricordando come il conflitto in Siria, in atto da oltre due anni e mezzo, abbia già causato danni gravi per la popolazione, arrivando a diventare oggi una vera e propria emergenza umanitaria, anche la Caritas diocesana, su invito di Caritas Italiana, vuole dare il proprio contributo per promuovere una nuova stagione di impegno educativo ed avviare nuovi percorsi di educazione alla pace, alla non violenza e alla mondialità. Per questo motivo vuole rilanciare la campagna “La Siria grida pace”, che ha già avviato diversi interventi ma che, con il proseguire del conflitto, ha visto nelle ultime settimane aumentare il numero di sfollati e rifugiati, arrivati già a ben oltre 6 milioni di persone, costretti a lasciare le loro abitazioni nella speranza di trovare una sistemazione più sicura. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito www.caritas.it.
Per sostenere questo intervento è possibile inviare offerte sul conto:
IT 09 L 01030 15300000000929725, intestato a Caritas Diocesana Teramo-Atri, con l’indicazione sulla causale del versamento “Emergenza Siria”.