Controguerra. Oltre il danno la beffa. O se si cambia la prospettiva, vittoria su tutto il fronte. Di cosa parliamo? Della vicenda dei canoni non ricognitori (Cosap) che la Provincia di Teramo ha dapprima richiesto ai Comuni e poi di fatto annullato con dei provvedimenti in autotutela per l’omesso pagamento.
La questione, prima che ancora producesse sviluppi con l’annullamento degli avvisi di liquidazione, ha determinato un contenzioso di natura civile. A capeggiare “la protesta” è stato il Comune di Controguerra che ha impugnato l’originaria richiesta di pagamento. Il risultato è che il giudice Cristina Tettamanti ha condannato la Provincia a rifondere le spese giudiziali in favore del Comune di Controguerra (difeso dall’avvocato Manrico Ciafrè), per 550 euro, le spese vive nella misura di 1.650euro. ” La Provincia”, si legge nel dispositivo della sentenza del tribunale di Teramo, ” ” circa la pretesa del canone non ricognitorio, ha perseverato nella proprie richieste fino all’atto di annullamento in autotutela, intervenuto però a giudizio intrapreso”. Da quì l’addebito delle spese. ” Va rilevato”, si legge ancora, ” che il provvedimento di annullamento sull’ammissione, che l’articolo 30 del regolamento Cosap provvede ad esentare occupazioni effettuate dai Comuni per le proprie finalità istituziona, così riconoscendo come fondata l’eccezione, già sollevata dal Comune di Controguerra, anche negli atti stragiudiziali che hanno preceduto l’instaurazione del giudizio”.