Quando è morta, la bimba stava per essere portata in eliambulanza all’ospedale de L’Aquila, verso la terapia intensiva neonatale. E’ la prima indicazione emersa dall’autopsia eseguita da Emanuela Turillazzi, dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Foggia, assistita dal professor Pantaleo Greco, ordinario di ginecologia dell’azienda ospedaliera universitaria foggiana. La piccola ha sofferto un critico quadro clinico nella fase del parto, eseguito con la tecnica del cesareo da parte dell’equipe di ostetricia teramana, caratterizzato da acidosi metabolica, precipitato circa tre ore dopo la nascita. All’esame hanno assistito anche altri consulenti di parte, nominati non solo dai genitori ma anche dalle sette persone – tra medici ed infermieri – indagate per omicidio colposo nell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Stefano Giovagnoni. Medici e paramedici indagati non sono solo componenti dell’equipe, ginecologo e ostretica che hanno assistito nel parto la mamma 27enne, ma anche rianimatore, pediatra e ginecologo di famiglia. Il campo dell’indagine è stato allargato per consentire di chiarire le eventuali responsabilità nella morte della piccola.