Una notizia che ha scatenato le ire dei sindacati, Cgil e Cisl in primis, che in una nota esprimono la loro contrarietà, annunciando l’intenzione di dar seguito alle impugnative individuali dei lavoratori, alla richiesta di intervento all’Ispettorato del Lavoro di Teramo e alla Procura della Repubblica. L’obiettivo è quello di verificare la legittimità degli attuali bandi e di tutti gli avvisi o affidamenti futuri, “che abbiano come finalità quella di escludere o raggirare i lavoratori della Teramo Lavoro, creando ulteriori e ben più gravi lesioni dei diritti dei lavoratori e delle normative sull’utilizzo dei fondi pubblici”. Non solo. Oltre a questo procederà alla predisposizione dei decreti ingiuntivi per le mensilità non ancora erogate.
“La Provincia e la sua Giunta” commentano a proposito Monia Pecorale (Fp Cgil) e Fabio Benintendi (Fp Cisl) “scelgono di precarizzare i lavoratori nella forma più vergognosa. Si arriva, addirittura, ai rapporti di lavoro di tipo occasionale, quindi, la forma di precarietà più odiosa, senza diritti e ammortizzatori sociali. I lavoratori percepiranno compensi bassissimi: il 60% della retribuzione verrà consumato tra tasse e contributi previdenziali. La Provincia, pubblicando i bandi, o non garantirà la continuità dei servizi essenziali ai cittadini o per garantirli, dovrà sfruttare i lavoratori violando le norme di riferimento in materia di subordinazione. Come si può pensare, infatti, di garantire lo stesso servizio essenziale erogato fino ad ora, utilizzando il personale in maniera occasionale? Se prima si garantivano i servizi essenziali ai cittadini attraverso l’impiego di lavoratori a 36 ore settimanali, come sarà possibile garantire la qualità e la quantità di tali servizi con prestazioni occasionali?”.
Ancora. “Il motivo per cui non sono stati messi i lavoratori in cassa integrazione derivava dal fatto che qualcuno non procedeva ad affidamenti alla Teramo Lavoro non avendo la certezza di avere i soldi del fondo sociale europeo “materialmente” nelle casse della Provincia. Per quel che si sa, tutte le questioni legate alle risorse del fondo sociale non sono state ancora risolte e non pare siano stati ancora trasferiti gli 800mila euro dalla Regione. Con quali soldi ‘certi’, oggi, si fanno i bandi? Per tutte queste ‘contraddizioni’, si ritiene che i bandi rispondano ad una politica clientelare in occasione delle imminenti elezioni politiche. Di fatto, grazie alla collaborazione dei dipendenti a tempo indeterminato, la Provincia ha coperto i servizi in maniera precaria, dall’8 gennaio la Provincia avrebbe dovuto mandare la programmazione per le attività future dei centri per l’impiego. Venerdì scorso ancora non veniva inviata alcuna programmazione e, ieri, sono usciti i bandi senza avere soldi in cassa. Visto che si è aspettato tanto, perché non attendere ancora fino a che la Giunta non avesse provveduto a garantire la continuità della Teramo Lavoro? E’ chiaro che l’agenda politica non sia dettata dal presidente della Provincia e dalla sua Giunta e che gli avvisi rispondano a logiche clientelari viste le imminenti elezioni politiche. Di tutti gli altri servizi dell’Ente gestiti dai precari non si parla neppure, mentre la Provincia sa che ogni giorno che passa perde risorse e non garantisce i servizi che per legge è obbligata a erogare. Piaccia o meno, la Teramo Lavoro srl è, oggi, l’unico strumento in grado di garantire servizi efficienti ed efficaci ai cittadini e stabilità ai lavoratori. E se qualcuno pensa che i lavoratori della Provincia a tempo indeterminato possano coprire le mancanze organizzative della Provincia e della sua Giunta si sbaglia di grosso. Da parte delle organizzazioni sindacali si porranno in essere tutte le azioni di contrasto ritenute idonee a scongiurare eventuali sfruttamenti e violazioni di norme. Ci si aspetta una presa di posizione forte da parte del presidente della Provincia per ottenere ciò che ha sempre chiesto, la continuazione della Teramo Lavoro a meno di non voler dare ragione a tutti coloro che finora ne hanno ostacolato la continuità. Il presidente faccia chiarezza, una volta per tutte, se ritiene conclusa o meno l’esperienza di Teramo Lavoro. Con altrettanta chiarezza ci si aspetta una presa di posizione di chi ha proposto una modifica all’ordine del giorno del consiglio provinciale, senza poi spendersi a sufficienza per farla passare”.