Un evento che non ha mancato di suscitare polemiche visto il rigido cerimoniale, il fasto e l’imponente apparato di sicurezza che ha limitato l’accesso in cattedrale dei fedeli, i quali probabilmente hanno preferito seguire la cerimonia attraverso le due dirette televisive invece che dagli appositi maxi schermi allestiti dall’organizzazione in piazza Martiri e in due chiese.
Con la lettura della bolla papale di nomina, dunque, Mons. Leuzzi ha ufficialmente iniziato il suo mandato pastorale in diocesi, dopo aver incontrato questa mattina i giovani al santuario di San Gabriele e le autorità civili e militari all’esterno del Duomo, poco prima di celebrare la sua prima messa.
Presenti in cattedrale il vicario generale emerito della diocesi di Roma, il cardinale Agostino Vallini, il nunzio apostolico Paul Emil Tscherring, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio durante il governo Belusconi, l’ex ministro Maurizio Gasparri, il Governatore d’Abruzzo Luciano D’Alfonso e i sindaci di tutti i Comuni teramani rientranti nella diocesi, oltre a varie autorità religiose, civili e militari.
Insieme al commissario prefettizio di Teramo Luigi Pizzi e al sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, hanno salutato il nuovo vescovo anche una famiglia di immigrati, con i piccoli Abduamid e Mohamed di 6 e 3 anni arrivati con i loro genitori dalla Libia lo scorso dicembre, e una rappresentanza di una comunità di recupero teramana.
Un nuovo impegno, dunque, per Mons. Leuzzi che, alla sua prima esperienza in una diocesi, sarà chiamato ad affrontare fin da subito diverse problematiche, dovute alla difficile situazione di un territorio che, oltre ad un lungo periodo di crisi economica, deve fare i conti con la ricostruzione, post sisma e non solo, recuperando magari anche un rapporto più diretto con la gente, senza le distanze che, per forza di cose, si sono viste oggi.
Ed ha parlato di promozione delle tre forme di carità, “samaritana, intellettuale e politica”, superando la “cultura dell’effimero”, con l’invito, rivolto soprattutto ai giovani, a non avere timori di partecipare alle comunità ecclesiali, per mettere a frutto i propri talenti.