L’ Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Teramo, da diverso tempo denuncia che il verde pubblico del Comune di Teramo soffre una situazione di precarietà e disordine, in balia di una crescita della flora raramente sotto controllo.
“Non sono più accettabili – dicono – le condizioni di incuria in cui versano gli alberi, talvolta dotati di mal curata chioma che raggiunge, e in certi casi addirittura supera, le altezze dei piani delle abitazioni, invadendo i ballatoi con presumibili e negative conseguenze per l’estetica e la vivibilità quotidiana dei residenti ed abitanti interessati di diversi quartieri, e in altri casi, come quello su cui si vuole porre attenzione, lo scempio visto nella zona della Gammarana vicino al campo scuola, in cui un un abete ad alto fusto è rimasto totalmente privo di chioma e “potato”, se così si può dire meglio, capitozzato, che si erge come un grande moncone privo di ogni forma di vita e sicurezza per i cittadini. Scontato dire che questa problematica porta a negative conseguenze sul piano d’immagine per la Città e per il decoro urbano, rappresentando, a tutti gli effetti, una cattiva cartolina di benvenuto anche per il turista o per l’ospite abituale”.
E ancora: “Tutte le amministrazioni locali dovrebbero avere tre strumenti di governo per parchi e giardini: censimento del verde, regolamento del verde e relativo piano del verde cosa che almeno dal portale ufficiale della Città di Teramo non si evince. Da anni l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Teramo, richiede l’adozione dei piani del verde per conservare e valorizzare il patrimonio arboreo della città, il regolamento regionale per la pianificazione di un vero e proprio piano regolatore del verde, denunciando le complicità di amministrazioni e tecnici che spesso si prestano a sostituire il verde con colate di cemento, come atto scellerato il taglio dei pini davanti alla scuola elementare Noè Lucidi, in cui l’ Ordine dei Dottori Agronomi e forestali di Teramo, si oppose facendo richiesta d’accesso agli atti”.