E’ una vicenda, destinata, con ogni probabilità, a far rumore quella portata alla luce dall’Unac, il sindacato dei carabinieri e militari, che prende una posizione dura nei confronti della magistratura e dell’Arma dei carabinieri, quella teramana in maniera particolare. L’affondo, circostanziato con la denuncia depositata in Questura, si riferisce agli sviluppi dell’inchiesta su un traffico di droga che ha riguardato la costa teramana (tra Alba Adriatica e Tortoreto), dello scorso anno, e nella quale è finito un carabiniere allora in servizio alla stazione di Tortoreto (Daniel Deninis, ora in congedo, ma ancora gravato da una misura cautelare), la moglie, Alessandra Petrini, e altre persone, tra la quali un poliziotto della zona in servizio nelle Marche.
“ Doveva essere l’indagine del secolo”; scrive in una nota l’ufficio stampa dell’Unac, “ in materia di spaccio di stupefacenti, ma alla fine si sta rivelando una bolla di sapone. Mesi e mesi di intercettazioni telefoniche, pedinamenti, indagini satellitari e interrogatori che non hanno portato a nulla. Sequestri di stupefacenti: zero. Prove raccolte zero a parte qualche delazione del solito pentito, peraltro prive di riscontri oggettivi. Atti persecutori, diffamatori e denigratori nei confronti del carabiniere e del suo intero nucleo familiare. Un poliziotto indagato ma graziato dalle misure cautelari, altri carabinieri menzionati dai delatori, ma neppure sfiorati dalle indagini”.
La nota prende spunto dall’analisi dei legali del sindacato degli atti processuali resi noti dopo la conclusione delle indagini preliminari. Per questo aspetto, rileva il sindacato, c’è stata una segnalazione al Consiglio superiore della magistratura, che poi prevede in una fase successiva istanza di ricusazione e rimessione alla Corte Costituzionale.
“ Il tutto è stato riportato in una dettagliata denuncia depositata in questura”, scrive ancora il sindacato, con la speranza che la magistratura possa fare questa volta il suo corso e non insabbiare la triste vicenda del carabiniere.
Il sindacato fornisce anche i nomi dei carabinieri finiti nell’esposto-querela: Massimo Rubini, Ernesto Parretta, Corrado Perugini, Roberto Petroli, Juri Perazzi, Giordano Braghetti, Giuseppe Tarantino (citati per ipotesi per abuso d’ufficio, calunnia, omissione in atti d’ufficio, falso ideologico, diffamazione, violenza privata).
Una battaglia nella battaglia, dunque. Da un lato l’inchiesta madre che ha visto esaurirsi la fase preliminare. Dall’altro l’esposto-denuncia da parte del sindacato dei carabinieri che mira ad aprire un altro fronte, che pare non essersi esaurito al memoriale depositato oggi.