Giallo di Villa Zaccheo: spunta una prima ipotesi. Intanto il giovane resta in coma

carabinieri_autoVilla Zaccheo. I carabinieri provano a togliere il velo di mistero sul ferimento del 30enne teramano trovato ieri all’interno della sua Fiat Punto con bruciature sul corpo a Villa Zaccheo di Teramo.

Le ustioni, in particolare all’avambraccio sinistro, sarebbero riconducibili ad una folgorazione che l’uomo si sarebbe procurato tentando il furto di cavi di rame dalla rete ferroviaria, salendo su un traliccio. Sarebbe stato attraversato da una tensione di 25mila volts che gli avrebbero fatto perdere l’equilibrio (giustificando le ferite al volto per la caduta a terra) procurandogli lesioni alla milza (per la scarica elettrica che ha attraversato il corpo che ha fatto esplodere l’organo). Le forze dell’ordine non trascurano alcuna pista compresa quella del mondo della droga. Ma restano aperti diversi interrogativi: per conto di chi stava compiendo il presunto furto, con chi era? Le tracce di sangue e la posizione delle stesse repertate nella sua auto portano ad ipotizzare che il 30enne, in coma indotto all’ospedale di Teramo, sia stato caricato sull’auto da qualcuno dopo l’incidente, per poi abbandonarlo e sparire.

 

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