Le multe vengono annullate dal tribunale civile e per il Comune si somma il danno (due debiti fuori bilancio da quasi 4 mila euro) si unisce la beffa per non essere riuscito a dimostrare in sede processuale la titolarità dell’area pubblica.
Nell’Italia dei mille cavilli e della burocrazia ancora imperante, capita anche di raccontare un episodio decisamente anomalo e particolare, nel quale si miscelano vari fattori. L’unico elemento acclarato è che l’Ente dovrà aprire i cordoni della borsa (per circa 3900 euro) per onorare due diverse sentenze di condanna in sede civile per far fronte ad altrettante spese di natura legale. I due debiti sono stati riconosciuti nelle ultime due sedute dell’assise civica.
La vicenda. Alcuni anni fa, durante alcune verifiche, la polizia locale di Tortoreto multò il titolare di un’attività di ristorazione del centro storico per la presenza di alcuni tavoli in uno spazio antistante lo stesso pubblico esercizio. Occupazione, a detta del Comune, fatta senza aver richiesto le dovute autorizzazioni. Da quelle sanzioni ne è nato un contenzioso parallelo: il giudice di pace rigetta il ricorso del ristoratore, ma il tribunale civile lo accoglie, annulla le sanzioni e condanna il Comune al pagamento delle spese. In entrambe le circostanze, infatti, l’Ente non sarebbe riuscito a produrre il titolo di proprietà del piazzale, che risulterebbe ancora privato. Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha dato mandato ad un professionista, nell’ambito di una ricognizione di tali aree “contese” di curare la pratica in modo da provvedere, a breve, alla trascrizione dello stesso spazio tra le proprietà pubbliche.