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Operazione Chinajeans II: sequestrati nel Teramano 15 laboratori tessili e accertata un’evasione da 800mila euro

Teramo. Diciotto laboratori tessili e di pellami controllati (tutti irregolari), 124 lavoratori extracomunitari, di cui 36 in nero e tra questi 4 clandestini, 15 immobili sequestrati per un valore di circa 3milioni e 600mila euro.

E ancora, 866 prescrizioni per contestazioni di violazioni alle norme in materia di sicurezza, con multe di oltre 4milioni di euro complessivi, 12 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, sanzioni amministrative contestate per un totale di 150mila euro ed un’evasione contributiva accertata di oltre 850mila euro.

È questo il bilancio dell’operazione Chinajeans II, portata avanti dal 26 novembre al 6 dicembre scorso nella provincia di Teramo dagli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, diretti dal Direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Teramo Fabrizia Sgattoni, assieme ai militari del Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri Tutela del Lavoro di Napoli comandati dal Ten. Col. Gaetano Restelli con l’ausilio dei Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Teramo alle dipendenze del Ten. Col. Giovanni Tosti. Si tratta, in sostanza, della seconda fase di una massiccia attività ispettiva che ha avuto una sua prima realizzazione nel mese di marzo 2012, finalizzata alla verifica della corretta attuazione delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché l’emersione del lavoro nero e sommerso all’interno di laboratori di confezioni e di pelletterie gestiti da etnie cinesi.

Un’operazione che, più in generale, rientra nell’ambito di una pianificazione nazionale di interventi strategici del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

All’interno degli opifici sono state trovate postazioni di lavoro attrezzate con macchine da cucire, con capi di abbigliamento e pelletterie già lavorati o da confezionare, recanti etichette di famose griffe. Nello stesso spazio, accanto agli strumenti di lavoro sono state rinvenute camere da letto posticce, divise solo da pareti di cartongesso e spazi adibiti a refettori.

I locali di lavoro sono risultati privi di riscaldamento, umidi, fatiscenti e privi di qualunque garanzia igienica e di sicurezza. Ambienti insalubri, in cui non esiste distinzione tra spazi lavorativi e spazi adibiti al riposo e alla vita familiare. Sono state trovate al lavoro anche una gestante all’ottavo mese di gravidanza e una signora che aveva partorito da pochi giorni.

Le indagini condotte hanno permesso di accertare che in alcuni casi le lavorazioni sono state svolte per conto di ditte italiane con sede legale e operativa nella provincia, che avevano fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per mancanza di commesse, lasciando a casa i propri lavoratori regolarmente assunti.