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Silvi, Legambiente presenta un documentario Il Villaggio del fanciullo

Silvi. Nell’era dei grandi sprechi pubblici, una possibilità di recupero c’è. Il “Villaggio del fanciullo” può ancora ospitare quel centro di aggregazione culturale e creativo che manca a Silvi: invece la struttura risalente al secondo dopoguerra versa nel degrado e nell’abbandono.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni al recupero di questo edificio dal grande valore sociale, domenica 16 dicembre alle 15,30 nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria a Silvi verrà proiettato il documentario “Il villaggio del fanciullo: bene comune”, con interviste e foto inedite, realizzato da Michele Cassone, presidente del Circolo di Legambiente Terre del Cerrano, e dal documentarista Luigi Di Carlo.

Nell’incontro, moderato dal giornalista Rai Antimo Amore, sarà portata la testimonianza di Guglielmo Coladonato, oggi pittore di affermata fama, che fu uno dei primi ragazzi ad abitare il Villaggio e uno degli ultimi a lasciarlo. Parteciperanno anche il presidente di Legambiente Abruzzo Angelo Di Matteo, il parroco della chiesa Cuore Immacolato di Maria don Vinicio Di Donato, il funzionario SBAP (Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici) Roberto Orsatti e il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.

“Chiediamo all’amministrazione comunale di attivarsi per riappaltare i lavori – spiega Michele Cassone, presidente del Circolo Terre del Cerrano – il Villaggio del fanciullo deve essere assolutamente recuperato e restituito ai cittadini di Silvi; dobbiamo considerarlo quale simbolo di rinascita sociale e culturale della nostra città”.

Alla storia del “Villaggio del fanciullo” si intersecano nomi come Ignazio Silone, il ministro Giuseppe Saragat e la Croce Rossa Svizzera Il 27 settembre scorso, durante la trasmissione di Rai Tre “Codice a barre”, condotta da Elsa Di Gati e dedicata agli sprechi pubblici, dove Michele Cassone, della segreteria regionale di Legambiente, ha portato alla ribalta nazionale lo stato di abbandono del “Villaggio del fanciullo”, opera di Silvi Marina risalente al secondo dopoguerra e ad oggi abbandonata nonostante i tentativi di recupero.
Il “Villaggio del fanciullo” interessa un’area di circa 17mila mq e rappresenta una spesa di un milione e 300mila euro, di cui l’amministrazione di Silvi ha già impegnato quasi la metà.
Dagli studi messi a disposizione di Legambiente dall’architetto di Pescara Ergilia Di Teodoro, si scopre che la struttura è stata realizzata nel secondo dopoguerra per volontà del sacerdote Don Guido Visendaz insieme ad un gruppo di minorenni del carcere di Lanciano: è stata pensata e a lungo adibita all’ospitalità, alla formazione e alla ricreazione di ragazzi senza famiglia.
Il Villaggio è stato poi sede della colonia marina gestita dalla Diocesi di Sulmona fino agli anni ’90, e, dopo un periodo di abbandono, è tornata all’attenzione dell’amministrazione comunale di Silvi venti anni dopo, con un concorso architettonico di recupero e di ripristino come nuova piazza ideale di scambio culturale.
Il concorso ebbe un vasto riscontro (parteciparono oltre 100 gruppi di progettazione) e, dopo ulteriori rimodulazioni richieste dalla Sovrintendenza, portò all’inizio della realizzazione dell’opera vincitrice nel 2006.
I lavori sono però stati bloccati nel 2007 e mai ripresi: il cantiere fu posto sotto sequestro dalla Capitaneria di porto a causa del riscontro di difformità rispetto al progetto preliminare.
Nonostante il cantiere sia stato sbloccato dal Tar, la lunga stasi ha comunque indotto la ditta incaricata a rescindere il contratto e a chiedere al Comune un risarcimento di circa 200mila euro per danni.
Il Comune ne aveva già spesi oltre 400mila per i lavori effettuati. Oggi la struttura versa nel degrado e nell’abbandono rappresentando, per una serie di concause, uno degli ennesimi sprechi pubblici.
“In questa opera c’è un grande valore di memoria storica, che supera il suo valore architettonico – spiegava Michele Cassone – Oltre ad essere nata per una buona causa, oggi ha tutte le carte per rappresentare quel centro di aggregazione culturale e creativo che manca a Silvi”.
A quattro mesi dal programma televisivo l’incontro di Silvi vuole mostrare, attraverso un documentario girato da Legambiente, le attuali condizioni della struttura, per riflettere su luoghi e ambienti ricchi di storia che potrebbero essere l’inizio di un riscatto sociale e cultura di un’intera comunità.