E’ una vera e propria truffa quella scoperta dai carabinieri della stazione di Sant’Egidio alla Vibrata. L’indagine si snoda in due singoli filoni d’inchiesta di cui sono titolari i sostituti procuratori di Teramo, Stefano Giovagnoni e Davide Rosati. Nella prima inchiesta è stato denunciato A.C. di 32 anni di Sant’Egidio alla Vibrata. Il falso imprenditore di un’impresa edile (chiusa dai carabinieri in una precedente indagine su assunzioni fittizie) aveva avanzato richiesta al tribunale di sorveglianza dell’Aquila per far uscire, per motivi di lavoro, un detenuto nordafricano in carcere per spaccio di sostanze stupefacenti. Lo stesso 32enne aveva avanzato la stessa richiesta per far uscire dall’istituto penitenziario di Castrogno a Teramo una zingara la quale avrebbe, invece, dovuto svolgere il lavoro di badante all’anziana madre dell’uomo. Ma ad insospettire i militari è stata la condizione di indigenza della donna, ignara del raggiro messo in piedi dal figlio, che vive anche grazie al sussidio del Comune. Come poteva permettersi una badante? A.C. è stato denunciato per false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria.
Nella seconda inchiesta dei militari della stazione di Sant’Egidio alla Vibrata, è stato invece denunciato A.C. di 60 anni, sempre di Sant’Egidio alla Vibrata. L’uomo risultava essere titolare, fittiziamente, di un’azienda di abbigliamento. Il falso imprenditore aveva richiesto la libertà, per motivi di lavoro, di 4 zingari (tre uomini ed una donna) residenti fra Alba Adriatica e Martinsicuro. A lasciare il carcere per andare al lavoro era stata autorizzata la sola donna ma in realtà non svolgeva alcuna mansione perchè la ditta era inesistente. Per questo motivo, il finto imprenditore è stato denunciato oltre che per false attestazioni all’autorità giudiziaria, anche per procurata evasione, mentre la zingara è finita nei guai per evasione. In fine e’ stato denunciato per concorso in false dichiarazioni un commercialista di Sant’Egidio alla Vibrata in quanto avrebbe materialmente redatto la documentazione necessaria al finto datore di lavoro. I militari hanno per ora scoperto un acconto incassato di 500 euro.