E’ comparsa quasi all’improvviso, alle prime luci dell’alba, invadendo alcuni tratti di arenile.
Schiuma biancastra, quasi oleosa che per qualcuno è subito apparsa di dubbia provenienza, ipotizzando che si trattasse di sostanze chimiche, forse saponi finiti in uno dei tanti canali di deflusso delle acque piovane. Nulla di tutto ciò. Nessuna sostanza inquinante sarebbe alla base della formazione schiumosa che si è depositata a chiazze lungo un tratto di spiaggia che va dalla foce del fiume Tordino sino all’altezza del torrente Borsacchio.
Segnalazioni sono arrivate anche nella zona sud del litorale rosetano. E’ un fenomeno del tutto naturale, come hanno già certificato in passato gli esperti dell’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente che hanno eseguito a più riprese dei prelievi per accertare l’origine della schiuma. Pescatori e soprattutto biologi marini la definiscono “muco di mare” ed è una formazione che si presenta quando le temperature dell’acqua sono ancora relativamente calde rispetto al periodo dell’anno.
Non a caso tale fenomeno si registra tra novembre e dicembre e in coincidenza di mareggiate da levante come quella delle ultime ore. Ci sono dunque diverse concause: la prima è appunto la temperatura dell’acqua al di sopra dei 14 gradi, la mareggiata da levante che produce un’onda lunga, le microalghe simili a delle mucillagini che rilascerebbero proprio in questo periodo delle spore che con il moto ondoso danno poi origine ad una “spuma” biancastra che viene sospinta a riva.
Dunque nulla di tossico. Secondo alcuni ambientalisti tuttavia, la proliferazione delle alghe ha a che fare con la presenza in mare di sostanze chimiche scaricate dai fiumi e che fungono in pratica da fertilizzante. Non a caso il fenomeno della schiuma negli ultimi 20 anni è diventato più frequente.