Insulti, minacce, botte perpetrate per anni di fronte al figlio minore e continuate persino quando la moglie si è ammalata di cancro: accuse che questa mattina hanno portato l’uomo, un 50enne della provincia di Teramo, a processo davanti al giudice Flavio Conciatori per rispondere di maltrattamenti in famiglia e violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Processo nel quale questa mattina, sul banco dei testimoni, è salita la donna, che ha raccontato come dal 2010 il marito, dal quale si sta separando attualmente, l’avrebbe maltrattata costantemente facendole mancare anche ogni forma di sostentamento per lei e per il figlio. “Quando ho scoperto di avere un cancro al seno, per il quale ho subito una mastectomia totale, per andare in ospedale andavo e tornavo con il pullman perché lui non ha mai pensato ai miei bisogni” ha detto la donna, sottolineando come spesso anche per mangiare sarebbe stata costretta ad andare avanti con l’aiuto di familiari e amici.
All’uomo la Procura, titolare del fascicolo il pm Laura Colica, contesta diversi episodi di maltrattamenti, sia fisici che psicologici. Perché l’uomo, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, oltre a percuoterla in più occasioni l’avrebbe aggredita verbalmente. “Zitta altrimenti ti caccio di casa” le avrebbe detto spesso apostrofandola con epiteti denigratori, arrivando persino a minacciarla di morte con un coltello e invitandola a prostituirsi per poter pagare i suoi debiti di gioco. Perché, come raccontato dalla stessa donna, l’uomo avrebbe sofferto anche di ludopatia, tanto da vedersi anche pignorata una parte dello stipendio a causa dei debiti.