Tonnellate di rifiuti scaricate dal fiume Tordino in mare e che lo stesso mare in queste ore sta restituendo depositando il materiale sul tratto sud della spiaggia di Giulianova.
Così il sindaco Francesco Mastromauro a distanza di meno di un anno si ritrova punto e a capo, dovendo prevedere in bilancio importanti somme per rimuovere tutto il materiale che si sta accumulando sull’arenile dopo la mareggiata scorsa. Stessa situazione dello scorso mese di gennaio quando la piena del Tordino e due mareggiate importanti a distanza di pochissimo tempo riversarono tonnellate di vegetazione, materiale organico, tronchi, ogni cosa che le acque del fiume sradicavano con furia scaricando tutto in mare.
La spiaggia sud di Giulianova, per un tratto di circa 2 chilometri si presenta ora così, ammantata da detriti che dovranno essere rimossi. Ma non subito, perché situazioni di questo genere si ripeteranno durante tutta la stagione invernale. Oltretutto le correnti marine per giorni continueranno a restituire rifiuti.
Ci sono voluti 4 mesi per ripulire del tutto il litorale dopo gli eventi dello scorso mese di gennaio. Da marzo a giugno squadre della Giulianova Patrimonio in collaborazione con la Eco.Te.Di., il gestore unico dei rifiuti che opera sul territorio giuliese, avevano passato letteralmente al setaccio l’arenile per farlo trovare pronto in vista della stagione estiva.
La situazione oggi è tornata in pratica al punto di partenza. Questo perché la foce del fiume Tordino devia di 45 gradi nel territorio giuliese. La piena di queste ore, quindi, si è spinta in direzione nord. Oltretutto, l’alveo dello stesso fiume, nonostante le richieste fatte dagli abitanti che risiedono a ridosso, non è stato mai ripulito, né sono stati eseguiti interventi di consolidamento degli argini, nonostante la Regione abbia annunciato da un anno circa l’approvazione del progetto e il finanziamento di oltre 1milione di euro.
Intanto, se per il Comune di Giulianova questa situazione rappresenta un danno per molti giuliesi è quasi una benedizione perché c’è chi ne approfitta per fare legna per l’inverno.