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Centrale a biomasse, Sagitta ricorre al Tar contro la sospensiva del sindaco di Colonnella

Colonnella. La Sagitta Immobiliare, società in procinto di realizzare l’impianto a biomasse a Vellacupa di Colonnella, presenta un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del provvedimento del sindaco Leandro Pollastrelli, che ha sospeso i pareri (rilasciati dalla stessa municipalità), nell’ambito dell’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione per lo stesso impianto.

Si arricchisce di un capitolo nuovo, ora di natura giudiziaria, la vicenda relativa alla realizzazione della centrale alimentata a cippato della bonifico del Tronto. L’impugnativa al Tar è la conseguenza diretta della comunicazione di qualche settimana fa, con la quale il sindaco di Colonnella ha comunicato alla stessa società di Tortoreto di aver sospeso l’efficacia delle autorizzazioni di competenza comunale. Situazione, questa che ha spinto la società a rivolgersi alla giustizia amministrativa. “Si tratta di un comportamento – spiega Francesco Capanna, presidente del Consiglio di Amministrazione della Sagitta Immobiliare Srl – che riteniamo essere illegittimo e, soprattutto, caratterizzato da un’ingiustificata volontà di impedire la realizzazione degli impianti. Ingiustificata, in quanto i primi documenti che testimoniano come il progetto sia stato adeguatamente condiviso con l’amministrazione risalgono a giugno del 2011 e mai nessuno, prima dello scorso agosto, aveva messo in discussione la validità di un’iniziativa che risulta essere pienamente sostenibile ed assolutamente compatibile con il territorio in cui si inserisce. Basti pensare che in un Comune dell’Emilia Romagna, la stessa amministrazione pubblica ha costituito una società per operare nel campo delle energie rinnovabili ed ha installato, già nel 2009, la prima generazione degli impianti previsti dal progetto della Sagitta Immobiliare nelle immediate vicinanze di un istituto scolastico.

 

La sospensiva firmata dal sindaco Pollastrelli” si legge ancora, “ sta arrecando un ingente danno economico alla società, per la mancata realizzazione dell’investimento, per i costi relativi all’ottenimento dell’Autorizzazione Unica regionale e per le responsabilità precontrattuali e contrattuali derivanti dalla sottoscrizione dei contratti di fornitura della biomassa e di fornitura e posa in opera degli impianti.

“Abbiamo ravvisato delle gravi ed ingiustificate illegittimità – continua Francesco Capanna – che, qualora accertate e tali da compromettere la realizzazione dell’investimento, genererebbero un danno complessivo quantificato in circa 48 milioni di euro. Siamo stati costretti nostro malgrado a percorrere questa strada, ma abbiamo delle autorizzazioni che ci legittimano a procedere con la realizzazione degli impianti e non possiamo più accettare alcun tipo di ritardo. Come già più volte testimoniato, c’è tutto l’interesse da parte nostra a sviluppare con l’Amministrazione un rapporto trasparente e costruttivo ed in grado di produrre dei benefici a favore dell’intera collettività. Ribadiamo, quindi, ancora una volta – conclude Francesco Capanna – la nostra piena disponibilità ad aprire la base societaria al fine di garantire la gestione diretta di un impianto e consentire così di verificare dall’interno e anche in futuro la perfetta regolarità delle attività.” Situazione, questa, che si aggiunge all’ipotesi, già anticipata, da parte dell’ente di presentare un ricorso, sempre al Tar, per impugnare l’autorizzazione unica regionale.