Giulianova. Un appello ai colleghi sindaci delle località costiere del teramano per creare “la città lineare”.
È quanto propone Francesco Mastromauro, primo cittadino di Giulianova, che torna sulle sempre più esigue risorse destinate ai Comuni pur a fronte dell’aumento di necessità e della richiesta di servizi da parte dei cittadini.
“Il patto di stabilità e la spending review, veri nodi scorsoi per gli Enti locali – dichiara Mastromauro – impongono oggi più che mai una scelta di maturità e strategicamente vincente: quella, cioè, di superare i particolarismi per giungere ad una visione organica. Basta insomma al campanilismo, alle guerre in chiave contemporanea tra Guelfi e Ghibellini che hanno impedito molto spesso alle nostre comunità di progredire. E’ tempo di mettere insieme risorse, idee e progetti basati sulla volontà di risolvere assieme questioni e necessità simili, se non addirittura identiche, delle nostre comunità, evitando così duplicazioni e sovrapposizioni e, quindi, sperpero di denaro pubblico”.
La risposta, secondo il sindaco, è nella più intensa collaborazione tra i sindaci di quella che chiama “città lineare”.
“Le città costiere del Teramano, da Martinsicuro a Silvi – continua il il primo cittadino – hanno dato vita, attraverso la crescita della popolazione e l’espansione urbana, ad una ampia conurbazione. Una saldatura, insomma, che oggi si profila come una sorta di “città lineare”. E in questa “città lineare” non sono pochi gli elementi in comune. La stazione di Giulianova, ad esempio, è lo scalo di riferimento per gran parte delle località ricomprese nella “città lineare”. Come il porto o l’ospedale. Ma anche su altri aspetti si è sperimentata una proficua collaborazione secondo l’ottica dell’area vasta. Penso al premio “Borsellino”, che accomuna Pineto, Roseto degli Abruzzi e Giulianova. O il posto di polizia stagionale, attivato grazie alla sinergia tra Giulianova, Tortoreto, Alba Adriatica e Martinsicuro. Non dimenticando poi che le località costiere sono ricomprese nella cosiddetta “Costa Blu”, marchio d’area originariamente adottato da Giulianova ed oggi comune alle sette città litoranee e che ha originato un Tavolo permanente finalizzato ad affrontare in modo unitario le problematiche legate al turismo. E allora – prosegue ancora Mastromauro – se oggi si parla con sempre maggiore insistenza di macroregioni, perché non unire le nostre forze nell’ottica della “città lineare”? Si arriverebbe a dare più vigore alle istanze delle nostre comunità, che avrebbero un diverso e più incidente ruolo anche nei rapporti con altri interlocutori istituzionali. E, cosa molto importante, ad economizzare le spese dando però risposte adeguate ai cittadini. Si pensi al sistema di trasporti pubblici, alla Polizia locale, alle politiche per la salute, al calendario degli eventi estivi, agli impianti sportivi, alla pubblica istruzione. E, ancora, al completamento della pista ciclabile da Martinsicuro a Silvi, al tratto terminale della Teramo-Mare, al sistema di raccolta porta a porta, da rendere omogeneo sull’intero territorio costiero, solo per fare qualche esempio. La “città lineare”, insomma, sarebbe uno schiaffo non alle tradizioni ed alle specificità delle singole località, bensì a sterili e dannosi campanilismi”.