“L’Aci di Teramo”, commenta il presidente, “non può non condividere lo stupore per l’esclusione della nostra provincia dalle proposte di riclassificazione. Noi non vogliamo entrare nel merito schierandoci a favore o contro le prese di posizione sin qui registrate, ma vogliamo mettere sul tappeto la situazione disdicevole delle strade teramane con le quali ogni giorno gli automobilisti fanno i conti”.
Per Cellinese, che ricorda come l’Automobil club teramano parli a nome dei circa 9 mila tesserati che fanno della provincia aprutina quella con il maggior numero di soci in regione, è necessario battersi in ogni sede per veder riconosciuto “il sacrosanto diritto di avere strade percorribili senza rischiare quotidianamente danni alle autovetture e alla vita stessa dei nostri automobilisti”.
E sottolinea anche come proprio le due strade che la Provincia aveva chiesto di far riclassificare come statali, la Bisenti (365) e la Silvi – Atri (553), siano delle arterie di collegamento sulle quali ogni giorno viaggiano circa 200 studenti per raggiungere il Polo scolastico di Atri dalla Val Fino.
“La Provincia non può fare miracoli”, conclude Cellinese, “ed è doveroso da parte delle nostre istituzioni non lasciare i nostri automobilisti in balia della calamità, delle frane e di una manutenzione assente. Le buche non hanno colore politico e contro questo problema ci aspettiamo una mobilitazione di tutti”.
Sulle dichiarazioni del presidente dell’Aci di Teramo, Carmine Cellinese, interviene subito l’onorevole Tommaso Ginoble che la scorsa settimana aveva sollevato il caso sulla mancata riclassificazione delle strade provinciali teramane, parlando di un’occasione persa.
“Mi compiaccio per la presa di posizione dell’Automobile Club di Teramo, che ha saputo, da associazione libera e integrante della società, esprimere con fermezza e lucidità la propria posizione circa la vicenda delle strade della Provincia di Teramo.
Quest’ultima mi vede impegnato a livello ministeriale e più diffusamente politico nel tentativo di recuperare il gravissimo danno costituito dall’abbandono dell’Anas.
Esprimo soddisfazione per la presa di posizione dell’ACI perché la stessa dimostra che non è vero che il tessuto sociale teramano è abbandonato a se stesso.
Mi rincuora scoprire che si può ancora lavorare fianco a fianco con istituzioni e associazioni che hanno costruito la nostra storia e che rappresentano Teramo. Così si allarga una rete che sembrava ormai, come le nostre strade, fatta di buchi troppo grandi, e ne si fa la struttura portante per un cambiamento che aiuti Teramo a riprendersi il ruolo che le spetta. Per farlo abbiamo bisogno di rapporti sani, trasparenti, collaborativi e concreti.
L’ACI, una volta di più, ha dimostrato di saperlo fare, e ha dimostrato quanto, come noi, sente la responsabilità dell’intera provincia di Teramo”.