Una riorganizzazione del sistema camerale italiano che potrebbe contribuire a penalizzare ulteriormente la provincia teramana, seppure abbia il maggior numero di imprese iscritte rispetto a quella aquilana.
Per verificare se ci siano le condizioni per mantenere la sede della Camera di Commercio a Teramo dopo l’accorpamento, si svolgerà nei prossimi giorni un apposito Consiglio per affrontare in maniera più approfondita la questione.
Con il decreto dello scorso agosto, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico ha definito per l’Abruzzo l’istituzione di due nuove camere di commercio, Chieti-Pescara e Gran Sasso d’Italia, con unico criterio per la scelta della sede, quella del capoluogo di regione, senza tener conto della maggiore o minore presenza di aziende sul territorio.
E su questo argomento proprio domani si svolgerà anche una conferenza stampa organizzata dall’Api, associazione piccole e medie imprese della provincia di Teramo, che si chiede cosa sia stato fatto finora nell’ente camerale teramano per far valere gli interessi dei propri associati.