Sono trascorsi più di 10 mesi da quel 15 novembre, quando l’artigiano di 56 anni è scomparso da casa per poi essere ritrovato carbonizzato il giorno successivo sulle montagne di Ascoli. La Procura del capoluogo Piceno, in questi mesi, ha analizzato in questi mesi una serie di elementi, riuscendo a focalizzare passaggi che sembrano assodati.
In primo luogo che il povero Demetrio Di Silvestre è stato ucciso nelle Marche, e non in Abruzzo. Almeno due le persone che lo hanno trasportato con la sua auto (una Bmw ritrovata nel parcheggio di un centro commerciale a Porto Sant’Elpidio), ma poi materialmente il killer che lo ha ucciso e poi dato alle fiamme è uno solo. E questo quello che mesi di indagini hanno consentito di evidenziare.
Sarebbe stato anche tracciato un identikit dell’omicida. Nel corso dei mesi poi ha perso quota l’ipotesi della pista balcanica. Più probabile che il tutto possa essere maturato in ambito locale.