Ecco la replica
“Il sito gestito dalla nostra azienda nel Comune di Ancarano”, si legge, “non è causa di alcun miasma avvertito nel territorio della frazione ascolana di Villa S. Antonio. L’impianto è condotto nella massima efficienza e nel rispetto della normativa vigente, assicurando sempre alti livelli di igiene ambientale e, comunque, l’osservanza dei limiti previsti dalla legge.
Sorprende che, strumentalmente, SI tenti di imputare alla nostra società l’origine dei cattivi odori in parola, sulla scorta di presunti rilievi che I’ARPAM avrebbe svolto al di fuori della propria competenza territoriale, per i quali non c’è stata fornita alcuna comunicazione né invito a presenziare in spregio a qualsiasi principio di diritto.
Sconcerta, inoltre, che si affermi che presunti miasmi generatisi nel nostro impianto vengano avvertiti nella Frazione di Villa S. Antonio, ubicata a chilometri di distanza dal sito e con l’ulteriore schermo costituito dalle brezze del fiume Tronto.
Lascia perplessi, infine, che nessuna verifica sembra sia stata condotta sulla possibile correlazione del fenomeno avvertito a Villa S. Antonio con la presenza, sul posto, di un depuratore industriale e con i noti miasmi che affliggono pesantemente zone limitrofe.
La nostra azienda, verificato l’effettivo contenuto delle affermazioni rese dal Sindaco di Ascoli Piceno, acquisita la documentazione inerente i presunti rilievi svolti dall’ARPAM, assumerà ogni iniziativa di carattere giudiziario, in sede civile e penale, a tutela della propria immagine”.