Sant’Egidio. Finisce in carcere dopo quasi due anni di violenze, soprusi e angherie nei confronti della moglie e in alcuni casi anche di alcuni familiari. Un clima di violenza, generato da motivi difficili da comprendere, che in diverse circostanze avvenivano davanti agli occhi spauriti dei figli della coppia.
In esecuzione di un ordine di custodia cautelare firmato dal gip del tribunale di Teramo, Roberto Veneziano (titolare dell’indagine è il sostituto Stefano Giovagnoni) i carabinieri della stazione di Sant’Egidio alla Vibrata hanno arrestato un operaio del posto, Altin Gjoni, 38 anni, di origini albanesi, incensurato. L’uomo è accusato di atti persecutori (il cosiddetto stalking), maltrattamenti in famiglia, percosse e lesioni personali. Il clima di terrore in casa della coppia pare che fosse iniziato già sul finire del 2010, quando l’operaio, per futili motivi, a più riprese avrebbe aggredito e picchiato la moglie, di qualche anno più giovane di lui. Situazioni, queste, che nel corso dei mesi successivi sarebbero cresciute d’intensità, con minacce (una volta la donna è stata minacciata dal marito con un coltello) e percosse tra le quattro mura domestiche, subite dalla donna anche davanti agli occhi dei figli. In questo clima di terrore sarebbero finiti, in qualche caso, sia il suocero 59enne dell’albanese, una volta picchiato, e la cognata, oggetto di analoghe intenzioni. Per tutto questo tempo, la donna ha subito in silenzio le violenze del marito, ma poi ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri della locale stazione, diretti dal maresciallo Mario De Nicola, che hanno fatto scattare l’inchiesta. Episodi che sono proseguiti fino a qualche mese fa, come a giugno, quando la donna è stata aggredita con una spranga, finendo in ospedale con un trauma cranico originato da contusioni. In quella occasione, con la donna ricoverata all’ospedale, il marito avrebbe chiesto la collaborazione di alcuni connazionali, per andare nel reparto e minacciare ancora la poveretta. Nel fascicolo poi rimesso in procura, figura anche un altro episodio recente, quando l’operaio albanese, armato di un bastone avrebbe iniziato a danneggiare la carrozzeria dell’auto, dove si trovavano la moglie e la cognata. Raptus che poi ha generato l’esplosione dei finestrini, le cui schegge hanno ferito le due donne. Elementi questi che hanno favorito l’emissione della misura cautelare nei confronti di Altin Gjoni, che è stato richiuso nel carcere di Castrogno.