Questa attrezzatura tecnologicamente molto avanzata consente di valutare l’estensione del tumore al polmone, in modo da poter attuare una diagnostica estremamente precisa e decidere poi la terapia migliore da adottare. Inoltre, grazie alla modernità dell’apparecchiatura, è possibile conoscere l’esatta posizione e grandezza del cancro con una invasività ridotta, garantendo al paziente il minor stress possibile, sia fisico che psicologico.
Il tumore del polmone, infatti, è una malattia spesso subdola, a volte difficile da curare e alla cui diagnosi si giunge spesso tardivamente. Per questo è fondamentale per i pazienti, che hanno già un percorso di cura impegnativo, spesso con l’associazione di chemioterapia e chirurgia, di giungere ad una diagnosi senza grandi stress e soprattutto senza dover affrontare un’anestesia per indagini diagnostiche invasive.
Finora, infatti, l’unica possibilità di eseguire una stadiazione del tumore del polmone, era quella di sottoporre il paziente ad un’anestesia generale, per poi procedere chirurgicamente al prelievo dei linfonodi da analizzare.
Oggi, invece, nel reparto diretto da Roberto Crisci, è possibile utilizzare metodiche molto raffinate di prelievo dei linfonodi, con un’endoscopia bronchiale ecoguidata (TBNA-EBUS). Il broncoscopio, dotato sul puntale di un sistema ad ultrasuoni (EBUS), è una tecnologia che, sotto guida ecografica, permette di identificare i linfonodi e prelevare il materiale da sottoporre a biopsia, mediante un apposito ago introdotto nel broncoscopio.
Tutta la procedura si può effettuare ambulatorialmente, senza anestesia, solo mantenendo il paziente in sedazione profonda.
“Grazie alla politica di innovazione tecnologica, messa in atto dal nostro Direttore Generale”, ha detto Roberto Crisci, “il reparto si è dotato di una diagnostica ultramoderna, unica in Abruzzo. Pertanto colgo l’occasione per invitare tutti coloro che si interessano di cancro del polmone (Pneumologi, Oncologi, ecc.) a volersi rivolgere alla Chirurgia Toracica di Teramo per quella che viene definita in termini tecnici la “mappatura linfonodale mediastinica” in fase stadiativa del cancro del polmone ma anche per la diagnosi di altre patologie linfonodali mediastiniche (linfomi, sarcoidosi)”.
Al Mazzini, inoltre, il percorso terapeutico si completa con un trattamento, laddove possibile, mininvasivo grazie alla videochirurgia toracoscopica o VATS e, grazie al Servizio di Anatomia Patologica, diretto da Gina Quaglione, è possibile effettuare l’ esame citoistologico a fresco (cioè immediato) del materiale prelevato con l’EBUS.