In tanti, infatti, non si sono sentiti per nulla rassicurati dalle (non) scelte compiute dall’amministrazione comunale teramana che, al di là delle analisi che hanno fatto conoscere la vulnerabilità sismica degli edifici scolastici comunali, non ha preso alcuna decisione per migliorare la condizione degli edifici se non la chiusura del plesso di Fornaci-Cona e la riduzione di carico per la scuola San Berardo con la chiusura dell’ultimo piano e della Molinari con il divieto di utilizzo di una parte dell’ala laterale.
E alle dichiarazioni del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, che avrebbe espresso la propria contrarietà alla volontà di alcuni genitori di non voler rimandare i propri figli a scuola per via della scarsa fiducia nella sicurezza degli edifici chiedendo se anche nelle proprie abitazioni siano state fatte le analisi di vulnerabilità, i genitori hanno risposto per le rime, ricordandogli come sia responsabilità sua la sicurezza delle scuole.
Così, mentre continua la corsa al trasferimento in altre scuole all’ultimo momento, con un deciso aumento delle richieste di nulla osta in diverse dirigenze scolastiche, c’è anche chi sta pensando all’opzione della “scuola fatta a casa”, anche con l’organizzazione di mini classi e il coinvolgimento di genitori disposti a mettere a disposizione le proprie competenze per l’istruzione dei ragazzi.